Nell’intervista a La Stampa, Renzi commenta la crisi a Gaza: critica la Flotilla e rilancia il piano diplomatico Blair‑Trump.
La crisi nella Striscia di Gaza continua a occupare il centro del dibattito politico e diplomatico internazionale. In questo contesto, l’intervista rilasciata da Matteo Renzi a La Stampa il 1° ottobre 2025 segna una presa di posizione netta a favore del cosiddetto piano Blair-Trump, una proposta nata dalla collaborazione tra l’ex premier britannico Tony Blair e il presidente americano Donald Trump.
Renzi ha appena concluso una telefonata con Blair e ha dichiarato: «Ha il grande merito di aver tracciato una strada nuova per Gaza, di aver offerto una prima grande occasione per una tregua». Il leader di Italia Viva sottolinea che questa è la via della diplomazia concreta, contrapposta alle azioni simboliche: «La politica e la diplomazia non si fanno in barca a vela».

«Serve il piano Trump-Blair, non le regate»
Alla domanda su cosa pensi della Flotilla, Renzi risponde senza mezzi termini: «Ben venga un elemento di passione civile, non intendo denigrare i partecipanti. Anzi, li invito ad andare anche in Ucraina, in Nigeria o in Sudan. Ma io sono un parlamentare, non un attivista di una Ong. Noi politici siamo pagati per trovare soluzioni, non per esprimere indignazione. Per aiutare i bambini di Gaza serve il piano Trump-Blair, non le regate».
La sua posizione si rafforza quando si parla delle imbarcazioni che si stanno avvicinando alla costa: «Quando il presidente Mattarella dice “fermatevi”, ci si ferma. Andare avanti non aiuta i gazawi, ma mette solo a rischio chi è a bordo».
«Siamo al bivio: ora o mai più»
Renzi si sofferma anche sull’atteggiamento del governo israeliano: «Netanyahu prova a rassicurare l’assurda destra estremista in Israele. Ma se il piano proposto da Trump viene accettato da Hamas, anche Israele sarà costretto a rispettare gli accordi: riconoscimento della Palestina, stop alle colonie in Cisgiordania, fine dell’occupazione di Gaza. E ovviamente liberazione degli ostaggi».
Nonostante Hamas non abbia ancora dato una risposta, Renzi invita a non sottovalutare le difficoltà logistiche: «I rappresentanti di Hamas sono nascosti perché rischiano di essere uccisi dagli israeliani. Ci vorrà qualche giorno, ma una risposta arriverà».
Infine, rilancia l’importanza dell’appoggio politico in Italia: «Se oggi appoggiano Blair, certo che li sosteniamo! Ma la domanda è: la Farnesina che fa?» E conclude con un messaggio chiaro: «La domanda è: ha ragione Tony Blair, sì o no? Per me sì».
Il leader di Italia Viva invoca un cambio di passo europeo e italiano, ribadendo che la diplomazia si fa con piani politici strutturati, non con gesti di sola protesta.