Calenda si è scagliato contro un collega, accusandolo in maniera indiretta di essere presumibilmente pagato dalla Russia.
Dopo il caos nato per via del tatuaggio pro Ucraina, Calenda è tornato sull’argomento seguendo altre motivazioni. La notizia degli ultimi giorni sull’uscita del nuovo libro di Alessandro Di Battista intitolato “La Russia non è il mio nemico” ha causato a sua volta parecchie polemiche. Sulla base di questo punto di discussione, i due hanno avuto delle pesanti divergente. Fino ad arrivare alla pesante accusa rivolta dal leader di Azione nei confronti del collega.

L’accusa a Di Battista
Tutto è iniziato quando, in occasione dell’uscita del libro di Di Battista, il leader di Azione ha accusato il suo collega di fare propaganda in favore della Russia. Come riportato da Virgilio, il titolo del libro sembrerebbe riprendere il nome della campagna propagandistica architettata proprio dal Cremlino.
Da un post pubblicato su X da Calenda, emerge inoltre una richiesta di maggiore approfondimento circa alcuni presunti legami di Di Battista a società russe, o che fondano il loro core business in Russia. In un altro post di risposta, il politico ha dichiarato ciò: “Alessandro, vorrei solo sapere se la propaganda ai russi la fai gratis o pagato. Trasparenza e Onestà insomma, ti ricorda qualcosa?“.
Alessandro, vorrei solo sapere se la propaganda ai russi la fai gratis o pagato. Trasparenza e Onestà insomma, ti ricorda qualcosa? https://t.co/hRAB6zQBuP
— Carlo Calenda (@CarloCalenda) December 2, 2025
A proposito del libro pubblicato da Di Battista, Calenda ha espresso parecchi dubbi.
I dubbi di Calenda sul libro
I dubbi di Calenda si riferiscono principalmente al già citato titolo del libro. Ci sono tuttavia altre questioni poco chiare, per esempio un lungo sottotitolo riportato ancora una volta da Virgilio: “Ue e Nato utilizzano lo spauracchio russo per poter giustificare agli occhi della pubblica opinione la più grande speculazione finanziaria della storia recente: il cosiddetto piano di riarmo europeo“.