In una dichiarazione rilasciata di recente, Salvini si è espresso nei confronti dell’Islam ricorrendo al suo proverbiale pugno di ferro.
Dopo aver annunciato di puntare al Viminale, Salvini ha lasciato intravedere un’altra timida apertura. Come riportato da Libero, il ministro si è infatti espresso nei confronti dell’Islam utilizzando il suo solito pugno di ferro. Una vera e propria stoccata in punta di fioretto, quella avanzata dal leader della Lega. Il quale ha espresso il suo pensiero con toni cauti, ma comunque polemici nei riguardi di alcuni fatti accaduti di recente.

Le parole del leader leghista
Riferendosi alla vicenda dell’imam di Torino recentemente liberato dopo le sue parole sul 7 ottobre a Gaza, il leader leghista si è espresso con un’ampia e doverosa premessa durante ‘Zona Bianca’: “Io sono per la libertà di pensiero e di parola. Se uno non la pensa come me ha il diritto di farlo, ma senza scadere nella violenza e nell’odio. Questo signore era stato ritenuto pericoloso ed era trattenuto in attesa di essere espulso perché aveva giustificato le stragi di innocenti in Israele dicendo che, sì, insomma, può capitare“.
Successivamente, Salvini è passato al discorso sull’Islam: “Qua il problema non è di che religione sei. Il problema che c’è chi nel nome di una religione istiga all’odio e alla violenza e mira apertamente alla cancellazione dello stato di Israele“.
Salvini apre all’Islam, ma ad una condizione
Riguardo la sua timida apertura all’Islam, il ministro Salvini ha dichiarato quella che secondo lui sarebbe l’unica condizione da rispettare: “E lo dico chiaramente: ognuno può credere o non credere nel Dio che vuole, ma io fino a che l’islam non sottoscriverà un accordo con la Repubblica italiana, in cui si impegnano a rispettare non solo le nostre tradizioni, ma anche le nostre leggi, non è corretto concedere loro nemmeno mezzo metro quadrato di spazio. Io la penso così“.