Secondo alcune indiscrezioni, il board della Uefa potrebbe respingere la richiesta di settlement agreement da parte del Milan. In tal caso, le sanzioni per i rossoneri sarebbero pesanti.
Il campionato volge ormai al termine e per il Milan rimane l’impegno casalingo contro la Fiorentina: i rossoneri sono certi della qualificazione alla prossima edizione dell’Europa League ma devono difendere il 6° posto, onde evitare i preliminari, ossia ben sei match tra luglio e agosto.
L’ombra della Uefa…
Parallelamente al campo, i dirigenti rossoneri stanno giocando da mesi un’altra partita con i massimi organi continentali del calcio. In particolare con il board della Uefa, deputato a controllare le società rispetto al Fair Play Finanziario. Il Milan si è visto rifiutare il gentlement agreement e, successivamente, ha chiesto il settlement agreement. In questo caso, per il club di via Aldo Rossi c’è il rischio tra un ventaglio di opzioni: multa, limitazioni al mercato, obbligo di break-even in due anni, liste Uefa ridotte e un monte ingaggi limitato. Sanzioni importanti su cui l’ad Fassone si è detto non allarmato.
No al settlement agreement?
Tuttavia, secondo quanto riportato in edicola dal Corriere dello Sport, la Uefa potrebbe non concedere neanche il settlement agreement. Le incertezze sulla solidità economica e continuità aziendale di Yonghong Li – nonostante i documenti prodotti dal Fondo Elliot -, rischiano di portare il Milan davanti alla Camera Giudicante (Adjudicatory Chamber). E in questo caso le sanzioni sarebbero essere ancora più pesanti di quelle prospettate dal settlement agreement.