Dal 1° maggio le mascherine non saranno più obbligatorie all’interno degli ospedali, tranne per qualche eccezione.
Secondo l’ultima decisione del governo di Giorgia Meloni, emanata dal Ministero della Salute, il 30 aprile scadrà l’obbligo di indossare le mascherine all’interno di ospedali e strutture sanitarie. L’intenzione sarebbe quella di alleggerire la situazione allentando quelle restrizioni che ad oggi si rivelano meno essenziali rispetto agli anni pandemici.
Nel dettaglio…
Attenzione però, perché l’obbligo scomparirà dal 1° maggio solo nei reparti ordinari, mentre ci sarà ancora per fare ingresso nei reparti con pazienti fragili e dove c’è alta intensità di cure. Assodato ciò, passiamo ad un’altra novità comunicata dal governo Meloni: i tamponi per chi si ricovera o arriva in pronto soccorso saranno fatti solo ai sintomatici.
“Allentamento della misura, ci sta”
Anche Massimo Ciccozzi, responsabile dell’Unità di Statistica medica ed Epidemiologia della Facoltà di Medicina e Chirurgia del Campus Bio-Medico di Roma, approva la novità. “Con i dati epidemiologici Covid che abbiamo oggi, con sintomi così leggeri della malattia, un allentamento della misura delle mascherine in ospedali e Rsa ci sta”, spiega.
L’esperto consiglia però di mantenere l’obbligo almeno nelle Rsa, dove c’è un’affluenza di anziani e soggetti fragili. “Serve anche un atteggiamento di solidarietà verso chi sta male. Poi se uno la vuole mettere in treno o in aereo, benissimo. Lo fa per difendere se stesso e ne ha diritto”, afferma Ciccozzi.
I dubbi dell’immunologo Minelli
L’immunologo Mauro Minelli, coordinatore per il Sud Italia della Fondazione per la Medicina personalizzata, esprime invece qualche dubbio a riguardo. Abolire l’obbligo “ha senso laddove non vi siano situazioni di rischio immediato o di sovraffollamento; perché, altrimenti, non sarebbe sbagliato, per operatori sanitari e pazienti-degenti, continuare ad utilizzare la mascherina”, spiega.
Per l’immunologo la situazione è diversa invece per gli accompagnatori che impiegano “tempi ragionevolmente ridotti di permanenza nei pronto soccorso e nelle accettazioni”. Quindi, “si può e si deve uscire dal tunnel, ma senza insofferenze verso le nuove normalità”.