L’accordo trovato nella maggioranza sul Fisco non convince Confindustria e i sindacati. Braccio di ferro in vista?
ROMA – E’ stato trovato l’accordo nella maggioranza sul Fisco. Come riportato dall’Ansa, il premier Draghi è riuscito a chiudere la partita portando a 4 le aliquote Irpef ed eliminando definitivamente gli 80 euro di Matteo Renzi. Detrazioni che, secondo le ultime informazioni, saranno riordinate e riassorbiranno i bonus.
Per quanto riguarda l’Irpef, invece, da precisare che l’aliquota resta al 23% fino a 15mila euro. Sale al 25% da 15-28mila, al 25% da 28-50mila euro mentre oltre il 50mila euro resta al 43%.
Protestano Confindustria e sindacati
L’accordo non soddisfa Confindustria. “Se la bozza dovesse essere confermata – fanno sapere gli industriali – saremmo in presenza di decisioni che ci lasciano molto perplessi soprattutto perché si tratta di scelte che non danno una visione per il futuro del nostro Paese“.
“Come Confindustria – si precisa ancora – chiediamo al Governo di convocare un incontro con le parti sociali per fare il punto della situazione. L’esecutivo deve rendersi conto di quanto sta accadendo“.
Un pensiero condiviso anche dai sindacati. “Con noi non è stato trovato nessun accordo – ha sottolineato Landini – siamo in attesa della convocazione e non è questo il momento dell’Irap“.
Draghi convoca i capigruppo parlamentari
La discussione sulla Legge di Bilancio è pronta ad entrare nel vivo. Come comunicato dallo stesso Palazzo Chigi, la prossima settimana il premier Draghi incontrerà i capigruppo di maggioranza per iniziare a fare il punto della situazione anche in vista dell’appuntamento in Parlamento sulla manovra.
Saranno tre giorni di incontri con l’obiettivo di arrivare ad un compromesso. Non si esclude presto anche un colloquio con le parti sociali per evitare uno strappo in un momento sicuramente cruciale per il rilancio dell’economia dopo un anno e mezzo molto difficile anche per la pandemia.