La FIA non svela i termini dell’accordo raggiunto con la Ferrari, forse per la clausola di riservatezza richiesta proprio dalla Rossa.
Continua a tenere banco lo scontro tra le Scuderie di Formula 1 e la FIA per l’accordo stipulato con la Ferrari per quanto riguarda la power unit 2019. I team non hanno apprezzato il fatto che termini i motivazioni dell’accordo siano sotto segreto.
L’accordo ‘segreto’ tra FIA e Ferrari
Nonostante la rivolta delle scuderie, che hanno inviato una lettera di protesta alla FIA, i termini dell’accordo non dovrebbero essere svelati. E questo perché, stando a quanto riferito da il Corriere dello Sport, la Ferrari avrebbe chiesto alla Federazione una clausola di riservatezza. Un’indiscrezione che, se confermata, alimenterebbe i dubbi delle avversarie sulla passata stagione, quando la Red Bull, senza mezzi termini, aveva accusato la Rossa di barare.
La rivolta delle Scuderie
Red Bull e Mercedes guidano la rivolta e chiedono alla Federazione di rendere noti i termini dell’accordo raggiunto con la Ferrari. Le Scuderie hanno dato alla FIA cinque giorni di tempo per scoprire le carte. Sembra però che i termini siano blindati dalla clausola di riservatezza chiesta dalla Ferrari sulla base di una norma che effettivamente renderebbe lecita la procedura.
I dubbi sulla Ferrari
Il dato di fatto, ad oggi, è che il velo di mistero che circonda l’accordo alimenta dubbi sulla regolarità della power unit progettata ed utilizzata dalla Ferrari la scorsa stagione. Il silenzio imposto continua a dare voce alle proteste della Red Bull che anche alla vigilia del nuovo mondiale non ha risparmiato critiche alla Rossa e alla Federazione.