Il 50enne fugge negli Stati Uniti dopo le accuse di violenza nei confronti della figlia: il Paese nega l’estradizione.
Al centro dell’orribile vicenda, un uomo 50enne con doppia cittadinanza (italiana e statunitense), e che ha vissuto per molto tempo vicino la provincia di Gorizia.
Dopo essere stato accusato di aver violentato la figlia per 12 anni quando era bambina, è fuggito negli Stati Uniti ma il Paese non vuole estradarlo.
Violenza sulla figlia minore
Secondo quanto riporta Il Messaggero, l’uomo è accusato di violenza sessuale aggravata. Avrebbe violentato la figlia minore per 12 anni, fin da quando ne aveva 6, vicino al paesino goriziano: adesso è una donna adulta.
Nel capo d’accusa si legge: “Con più azioni di uno stesso disegno criminoso” la costringeva a subire “da quando aveva sei anni fino a dopo che ne aveva compiuti diciotto, ripetuti atti sessuali nella camera da letto della sua abitazione”.
Dopo l’accusa, il padre dell’allora bambina è fuggito negli Usa. Una volta aver compreso di essere coinvolto nell’inchiesta giudiziaria, sarebbe stato prima a New York e poi si sarebbe trasferito. Oggi vive a Palestine nello stato del Texas.
Usa negano l’estradizione
Nonostante le richieste delle autorità giudiziarie italiane, e a seguito della denuncia per stupro anche dell’altra figlia, gli Stati Uniti non hanno intenzione di estradarlo.
I magistrati di Gorizia si sarebbero appellati al Trattato tra i due Paesi “sulla mutua assistenza giuridica nelle questioni penali”, chiedendo la massima collaborazione. Alla luce della riforma Cartabia, l’avvocato Alexandro Maria Tirelli che difende l’uomo, fa sapere che “decideremo in che termini suggerire all’indagato la partecipazione al procedimento. Per il momento, ritengo che gli Usa offrano le maggiori garanzie ai diritti del mio assistito”.