Dalle ricostruzioni sulla vicenda di Senago, i carabinieri sono risaliti alle ultime mosse di Alessandro Impagnatiello prima del delitto.
Nessun dubbio sulla morte di Giulia Tramontano, la 29enne incinta scomparsa e poi trovata priva di vita nella notte: si è trattato di omicidio premeditato. Il fidanzato 30enne, Alessandro Impagnatiello, ha studiato ogni passaggio fino a depistare le indagini degli inquirenti.
Il generale dei carabinieri, Iacopo Mannucci Benincasa, ha qualificato il delitto come omicidio premeditato. L’imputato “ha ucciso la persona che diceva di amare e che portava in grembo il figlio che stava per nascere”, aveva “già in animo l’intenzione di ucciderla prima di incontrarla” e “si è accanito sul corpo per disfarsene dandogli fuoco”.
Le ricostruzioni
Giulia Tramontano, originaria di Sant’Antimo (Napoli), viveva da cinque anni a Senago (Milano con il suo compagno, Alessandro Impagnatiello, da cui aspettava un figlio. La donna scompare nel nulla sabato 27 maggio: di lei non resta nessuna traccia, se non un messaggio sospetto in cui dice all’amica “Sono turbata, vado a dormire”.
Il fidanzato domenica mattina denuncia la sua scomparsa, dando inizio alle ricerche degli investigatori che, man mano, scoprono che i due avevano litigato a causa del tradimento di lui con un’altra donna, americana, rimasta incinta.
Intanto, nell’auto e fuori dalla casa del 30enne vengono trovate tracce di sangue e benzina, che portano la Procura ad indagare su Alessandro Impagnatiello. Dopo l’interrogatorio di otto ore, l’uomo confessa il delitto.
La premeditazione
L’uomo aveva studiato ogni singolo passo dell’omicidio. “Ha cercato online come uccidere e come disfarsi del corpo della sua compagna Giulia Tramontano”, spiega il pm Alessia Menegazzo. Quando ha incontrato in casa Tramontano, aveva già deciso come ucciderla con tre coltellate.
Secondo l’accusa, il 30enne ha tentato di deviare le indagini inviando messaggi all’amica della compagna dal telefono di lei, quando ormai l’aveva già uccisa. “Le ricerche in rete ci hanno consentito di capire che l’assassino stava aspettando vittima a casa e aveva deciso di ucciderla”, spiega il pm.
Per quanto riguarda l’amante dell’uomo, pare non ci sia stato nessun coinvolgimento nel delitto. Le due donne, forse perché entrambe ingannate, avevano stretto una solidarietà femminile, “al punto che anche l’altra si era mostrata preoccupata. Poi andata Giulia è andata a chiarire la vicenda con l’indagato”, conclude.
La procura: “Mai andare a incontri chiarificatori”
Il procuratore aggiunto Letizia Mannella, nel corso della conferenza stampa sull’omicidio di Senago, ha affermato: “La cosa importante che questo omicidio deve insegnare a noi donne è che non bisogna mai andare all’incontro per una spiegazione. È un momento da non vivere mai perché estremamente pericoloso”.
La vicenda di Giulia Tramontano “va inquadrata nell’ambito del codice rosso: rappresenta la tragica conseguenza di atteggiamenti di violenza del compagno sopportati dalla donna. È stata uccisa in quanto donna, compagna di persona che non la voleva più”.