I dubbi del Cts quando Alitalia bloccava un passeggero proveniente dalla Cina
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Direttore: Alessandro Plateroti

Alitalia bloccò un passeggero proveniente dalla Cina, per il Cts non era una misura giustificata

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Nel verbale della riunione del Cts del 14 febbraio, gli esperti si esprimono sul caso di Alitalia, che aveva bloccato un passeggero proveniente dalla Cina.

La lettura dei verbali del Cts, pubblicati sul sito del Dipartimento della Protezione Civile, confermano la sensazione che ci ha accompagnati per mesi e che in effetti è stata confermata in diverse occasioni nel corso del tempo. Nella fase iniziale di quella che poi si sarebbe rivelata un’emergenza sanitaria senza precedenti nella storia recente, anche la comunità scientifica, non solo italiana, sia chiaro, brancolava di fatto nel buio cercando appigli nelle poche e contraddittorie evidenze scientifiche che arrivavano dalla Cina.

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Ma basta ripercorrere gli ultimi mesi per capire che in effetti anche in tempi brevi sono arrivate indicazioni contraddittorie. Mascherine no, poi mascherine sì, test solo per i soggetti che erano stati in Cina poi test a tappeto. Insomma, di casi ce ne sono. E analizzando i verbali emerge un episodio decisamente significativo, particolare.

Coronavirus, la posizione del Cts sulla decisione di Alitalia di bloccare un passeggero che era stato in Cina

Il caso in questione risale alla metà del mese di febbraio ed è quello legato ad Alitalia. La compagnia aerea, per motivi di sicurezza, aveva deciso di bloccare un passeggero che era stato in Cina.

Dal Cts arriva quasi una condanna alla compagnia aerea. Non solo si riteneva poco efficace la misura adottata, ma si si parlava addirittura di un comportamento quasi discriminatorio.

Bisogna però prestare attenzione. Facendo un piccolo sforzo di memoria tutti possiamo ricordare in effetti come nella prima fase del coronavirus in Italia si siano registrati diversi episodi di discriminazione nei confronti di persone di origini cinesi, ad esempio.

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Il caso presentato da Alitalia

La questione viene affrontata in occasione della riunione del 14 febbraio, quando gli esperti si confrontano con rappresentanti di Alitalia e di Enac.

I dirigenti di Alitalia ed Enac si sono presentati per discutere del caso di un cittadino italiano che dalla Germania (Dusseldorf) voleva rientrare in Italia […]. Il viaggiatore, totalmente asintomatico non presentando alcun segno riferibile a possibili patologie da ascrivere al coronavirus, era appena arrivato dalla Cina (quindi da meno di 14 giorni) e ha chiesto a Lufthansa, che in quell’aeroporto segue le operazioni per conto di Alitalia, di proseguire per l’Italia“. Al passeggero sarebbe poi stato negato l’imbarco per l’Italia.

Quella della compagnia aerea non è un’iniziativa estemporanea, ma una procedura applicata anche in occasione di altre epidemie, come ad esempio Ebola.

In occasione del confronto tra i rappresentanti del mondo dell’aviazione e il Cts emerge il problema degli spostamenti all’interno dell’area Schengen, che possono avvenire semplicemente presentando la carta di identità. Quindi senza passaporto, grazie al quale è possibile tracciare gli spostamenti del passeggero.

Le conclusioni del Cts

Le osservazioni del Cts evidenziano comel’avallo e la generalizzazione di analoghe misure restrittive (a livello di singoli vettori) risulterebbe, al momento, non giustificato ai fini del contenimento dell’infezione“. Inoltre l’atteggiamento sarebbe “discriminatorio nei confronti di misure previste per i passeggeri in arrivo con altri vettori sul territorio italiano“.

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ultimo aggiornamento: 19 Marzo 2021 14:53

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