Draghi alla guida della Nato? Ecco la risposta dell’ex premier

Draghi alla guida della Nato? Ecco la risposta dell’ex premier

Dopo il rifiuto di Mario Draghi, il successore dell’attuale generale della Nato Stoltenberg potrebbe essere Giuseppe Cavo Dragone.

A settembre scadrà il mandato dell’attuale leader Jens Stoltenberg, portando l’Allenza Atlantica a trovare un nuovo generale. L’Italia si dice pronta a guidare la Nato, ma la richiesta fatta all’ex premier Mario Draghi, quindi con chi potrebbe farlo? Alcune ipotesi sono già sul tavolo.

Giuseppe Cavo Dragone

Chi potrebbe salire al vertice dell’Alleanza

Alla guida dell’Alleanza Atlantica ci sono sempre stati ex ministri, primi ministri, ambasciatori o segretari di Stato (ad eccezione del generale Hastings Lionel Ismay nel 1952). Dopo il rifiuto di Mario Draghi della poltrona di numero uno della Nato, l’Italia punta su un’altra figura militare e tecnica.

Si tratta di Giuseppe Cavo Dragone, capo di Stato Maggiore della Difesa e candidato alla guida del Comitato militare dell’Alleanza. Sebbene non abbia il profilo politico dei suoi predecessori, questo potrebbe però piacere all’Occidente.

Chi è Giuseppe Cavo Dragone?

Nato ad Arquata Scrivia, in Liguria, il 28 febbraio 1957, Dragone entra in Accademia navale nell’ottobre del 1976. Dopo essere stato in missione in Libano, ha ottenuto diversi riconoscimenti militari, come quello di Comando interforze per le operazioni delle Forze Speciali e capo di stato maggiore della Marina Militare.

Sulla guerra in Ucraina ha spiegato la sua posizione sulla fornitura di armi all’Ucraina. Il nostro Paese “resterà al fianco dell’Ucraina fino a quando ce ne sarà bisogno, auspicando ovviamente che a un certo punto si possa arrivare a un tavolo negoziale”, ha affermato.

Cosa cambierebbe nella Nato con Dragone

La sua prospettiva più sobria rispetto a quella di Stoltenberg, potrebbe ammorbidire la posizione della Nato contro la Russia mirando ad un accordo di pace. Giuseppe Cavo Dragone potrebbe quindi avvicinare l’Alleanza Atlantica verso le posizioni di alcuni Paesi europei, come la Francia.

In disaccordo con gli Stati Uniti, però, Washington potrebbe evitare una figura di questo genere, essendo il membro più forte economicamente, politicamente e militarmente dell’Alleanza. “L’obiettivo strategico di Putin era dimostrare, per la seconda volta in pochi mesi dopo l’Afghanistan, che la Nato non funziona. Ha fallito. L’Alleanza è più forte e affidabile di prima e, proprio a causa della sua mossa, ora abbiamo due nuovi membri, uno ai confini con la Russia“, ha spiegato Dragone.

Con una visione più accondiscendente, il generale italiano non ha nemmeno scartato il piano di pace della Cina, perché “potrebbe contenere qualcosa di utile”, anche se la Russia, “ha varcato con i carri armati il confine di un altro, e questo è inaccettabile”.

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