La Direzione investigativa antimafia lancia l’allarme circa le possibili infiltrazioni dei clan nei settori economici maggiormente richiesti nel periodo della pandemia.
L’ultima relazione semestrale della Dia non lascia dubbi: è forte il rischio di infiltrazioni mafiose nei settori sui quali si concentreranno le risorse pubbliche per far fronte alla pandemia.
Dia, pericolo nei settori sanità e green economy
Che la pandemia del Covid-19 rappresentasse una grande opportunità per la mafia era già stato sottolineato nella scorsa primavera. Ora, con i miliardi di soldi che arriveranno dall’Europa, la direzione investigativa antimafia teme che lo snellimento delle procedure d’affidamento degli appalti e dei servizi pubblici comporterà “seri rischi di infiltrazione mafiosa dell’economia legale, specie nel settore sanitario“. Inoltre, è facile immaginare che i clan tentino anche di intercettare i finanziamenti per le grandi opere e la riconversione alla green economy.
Il “welfare mafioso”
Sempre nella relazione, emerge come le cosche – grazie alla loro liquidità – negli ultimi mesi abbiamo adoperato per accrescere il loro consenso sociale, anche attraverso forme di assistenzialismo a privati e imprese in difficoltà, con il rischio che le attività imprenditoriali medio-piccole “possano essere fagocitate nel medio tempo dalla criminalità, diventando strumento per riciclare e reimpiegare capitali illeciti“. Una sorta di welfare mafioso. Diventa pertanto fondamentale, si legge nella relazione della Dia, “intercettare i segnali con i quali le organizzazioni mafiose punteranno, da un lato, a ‘rilevare’ le imprese in difficoltà finanziaria, esercitando il welfare criminale ed avvalendosi dei capitali illecitamente conseguiti mediante i classici traffici illegali; dall’altro, a drenare le risorse che verranno stanziate per il rilancio del Paese“.