L’ultimo attacco hacker filorusso contro l’Italia: ha colpito anche il sito personale della premier Giorgia Meloni.
Nella mattina del 7 maggio, l’Italia è stata teatro di un coordinato attacco hacker ad opera del gruppo filorusso Noname057(16): tra i principali obiettivi, si annovera anche il sito personale della premier Giorgia Meloni.
Ma non solo, come è stato riportato da Virgilio.it, sono stati “colpiti” i siti web dei ministeri delle Infrastrutture e dello Sviluppo Economico e un sottodominio della Guardia di Finanza.
La risposta dell’Italia all’attacco hacker: colpito anche il sito della premier Meloni
L’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) ha rilevato e contrastato gli attacchi, avvisando tempestivamente le autorità coinvolte.
Nonostante la rivendicazione degli attacchi da parte degli hacker, non si sono verificati disservizi significativi. Infatti, i siti colpiti sono rimasti accessibili al pubblico.
Il gruppo hacker ha esposto le sue motivazioni attraverso un messaggio su Telegram, collegando il loro attacco alle politiche estere dell’Italia.
Secondo Noname057(16), l’attacco è un promemoria rispetto alle azioni del governo Meloni: “L’Italia sta preparando un nuovo pacchetto di aiuti militari per il regime criminale di Kiev. (…) Ricordiamo alle autorità italiane le conseguenze dell’aiuto al regime criminale di Zelensky“.
Il gruppo Noname057(16)
Noname057(16) si è notevolmente attivato negli ultimi tempi, colpendo ripetutamente istituzioni italiane fin dall’inizio del 2023.
I loro metodi includono prevalentemente attacchi DDoS, che mirano a sovraccaricare i server tramite una massiccia quantità di richieste di accesso, rendendo di fatto i siti inaccessibili.
Questo tipo di attacco non solo destabilizza le operazioni delle istituzioni colpite ma genera anche un significativo disturbo per i cittadini, come dimostrato dagli attacchi a siti di banche e ospedali.
Dunque, l’azione contro il sito della premier Giorgia Meloni sembra essere parte di una campagna più ampia di pressione e intimidazione politica, come evidenziato dalle parole degli hacker.