Il WWF lancia l’allarme plastica: a rischio ambiente e specie umana

Il WWF lancia l’allarme plastica: a rischio ambiente e specie umana

“L’inquinamento da plastica ha superato il limite planetario”, dice l’organismo di protezione ambientale, che chiede un aumento del riciclo.

Nella Giornata Mondiale dell’Ambiente (il 5 giugno), il WWF rende noti i risultati della sua nuova indagine “Plastica: dalla natura alle persone. E’ ora di agire”. Ne esce un quadro preoccupante, in cui la produzione del materiale in costante aumento genera sempre più rifiuti, che spesso finiscono in mare o nella natura. Tra i Paesi che inquinano di più nel Mediterraneo c’è anche l’Italia. Il WWF chiede allora un aiuto al governo.

L’inquinamento da plastica: un quadro preoccupante

Con 22 milioni di tonnellate di plastica gettata via ogni anno, “l’inquinamento da plastica in natura ha superato il limite planetario oltre il quale non c’è la sicurezza che gli ecosistemi garantiscano condizioni favorevoli di vita”, afferma l’organizzazione non governativa.

Il riciclo dei materiali plastici infatti non è sufficiente rispetto all’entità della loro produzione, che è in costante crescita, e potrebbe arrivare al 2050 ad essere tre volte tanto la quantità prodotta attualmente. Ad oggi, si ricicla meno del 10% della plastica prodotta a livello globale, e questo significa che tra 30 anni si potrebbero avere rifiuti fino ad un totale di 12 miliardi di tonnellate.

Si aggiunga a questo che le fabbriche di materiali plastici emettono il 3,7% del gas serra a livello mondiale, dato in crescita di pari passo con l’aumento della produzione, e la situazione diventa sempre più grigia.

“Andare oltre il riciclo dei soli imballaggi”

L’Italia è tra i Paesi del bacino mediterraneo che più inquina a livello di plastica. Secondo Legambiente, il 70% dei rifiuti sulle nostre spiagge è materiale plastico. Il WWF porta un esempio ancora più banale, ma molto esemplificativo: solo gettando gli spazzolini da denti, gli italiani creano rifiuti plastici per un totale di 4000 tonnellate all’anno. E la stessa cosa succede per tutti quegli oggetti che ancora oggi non vengono riciclati, come pettini, sedie, penne, giocattoli.

Il WWF evidenzia proprio questo punto e chiede quindi al governo di “andare oltre il riciclo dei soli imballaggi” e di allargare lo spettro della raccolta differenziata, per includere anche tutta la plastica che solitamente viene portata nelle discariche, al grido di “Riduci, Riutilizza, Ricicla”.