Le turbolenze che sta provocando il capo del M5S all’interno della maggioranza preoccupano l’alleato Pd.
Subito dopo la sua conferma come leader politico del M5S Conte ha creato screzi con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il tema della discordia è il dissenso del Movimento sull’aumento delle spese militari al 2%. Il premier non ha accettato storie e ha dichiarato di avere intenzione di portare avanti gli impegni Nato. Una questione che ha portato Draghi a salire al Colle per informare il Presidente Mattarella dell’accaduto.
Una vera e propria turbolenza che rischia di portare ad una crisi di governo se non contenuta in un momento storico non dei migliori. Questo preoccupa molto non solo la maggioranza e il governo ma anche l’alleato del Movimento, il Pd. “L’Italia lascerebbe sbigottito il mondo intero se si aprisse ora una crisi di Governo. Sarebbe crisi dannosa per noi, per tutti noi. E sarebbe tremendamente negativa per il processo di pace e per chi soffre per via della guerra. Noi lavoriamo con impegno per evitarla» ha scritto in un tweet Letta.
La preoccupazione di Letta
Adesso i grillini esultano perché il 2 % sarà raggiunto entro il 2028 ma è a rischio l’alleanza con Letta che è furioso per l’accaduto. Gli attacchi all’ex presidente del Consiglio Giuseppe Conte arrivano sia da Renzi che gli da del populista sia da Forza Italia che sottolinea gli impegni atlantici ed europei che deve portare avanti l’Italia. Tutta la maggioranza si schiera contro Conte ma ad andare più in tilt di tutti è il suo alleato Pd, preoccupato per le prossime amministrative.
Il segretario Pd Enrico Letta ha seguito “con preoccupazione” il confronto tra Giuseppe Conte e Mario Draghi sull’aumento delle spese militari. “Gli accordi internazionali si rispettano, tanto più durante una guerra in Europa. Io sto con Draghi”, ha scritto su Twitter il senatore Pd Andrea Marcucci. Letta ha chiamato Conte furioso dicendogli: “Mi sono morso la lingua tutto il giorno per non dire quanto sono indignato per questo metodo. Hai messo a rischio il governo“. Poi chiama Draghi e decidono insieme di giungere al compromesso del 2028. Il M5S è convinto di aver piegato il governo Draghi e tutta la maggioranza ma sembra una mossa fatta ad arte per scavallare i grillini.