L’ex capo della Protezione Civile, Piero Moscardini, ha spiegato quali sono state le falle durante l’alluvione nelle Marche.
In seguito all’alluvione avvenuta nelle Marche, tragedia in cui ha perso la vita il piccolo Mattia, la popolazione ha chiesto a gran voce per quale motivo il comune non avesse indetto lo stato di allerta meteo. In particolare il papà del piccolo Mattia, che non riesce a capacitarsi del fatto di aver perso suo figlio – e di aver rischiato di perdere anche sua moglie – a causa della pioggia.
L’ex capo dei soccorsi della Protezione Civile, Piero Moscardini, per decenni ha guidato gli interventi di soccorso durante catastrofi naturali come terremoti e alluvioni. Le sue parole sull’alluvione nelle Marche: “La sicurezza dei cittadini è oggi affidata a comuni e regioni, dove ciascuno ha un piano di emergenza, ma nessuno sa quale sia”.
Moscardini: “Nessuno si occupa della manutenzione”
Il sindaco ha spiegato a Today.it: “Oggi il sindaco è l’autorità di protezione civile sul territorio. Ma se i comuni non hanno strumenti, soldi, tecnici per intervenire, cosa possono fare i sindaci?”. E continua: “La gestione dell’emergenza è peggiorata proprio quando la competenza esclusiva è passata alle regioni. E anche da quando, con la loro riforma, è venuto a mancare il supporto delle province. Nessuno si occupa più, al di fuori dei centri abitati, della manutenzione del verde lungo le strade, della pulizia degli scarichi dell’acqua piovana, della bonifica degli alvei dei torrenti da alberi, tronchi e arbusti”.
Secondo Moscardini, qualcosa non ha funzionato durante la catastrofe delle Marche. Per l’ex capo della Protezione Civile ci vogliono più interventi per limitare i danni quando si verificano catastrofi di questo tipo. “Quel benedetto fiume continua a uccidere. Vanno fatte le vasche di espansione. Ma non bastano. Va ripristinata la manutenzione agricola lungo le sponde e dentro l’alveo.”
E aggiunge: “Gli alberi dal letto dei fiumi vanno tolti. Perché poi, quando arriva una piena eccezionale, cadono e scendono come arieti con la forza della corrente. Questo però non va fatto quando comincia a piovere. Bisogna pensarci tra un’alluvione e l’altra”.