La Procura di Ancora apre un fascicolo per l’alluvione nelle province delle Marche. “Non è stata annunciata l’allerta”.
Un’alluvione a cui non potrebbe essere attribuita nessuna colpa volontaria. Ma prima che si precipitasse in diverse città delle Marche, nessuna allerta meteo è stata annunciata. A tragedia avvenuta, le conseguenze ottenute sono state irreversibili, ma il danno poteva essere prevenuto. Ad aprire il fascicolo sul caso, la procuratrice di Ancona.
L’accusa
Nella drammatica notte del 15 settembre sono state rinvenute oltre 11 vittime e ancora più dispersi che le ricerche lavorano ancora per ritrovarli. Ma cos’è successo prima del fatidico giorno? La comunicazione da parte di Comuni e Protezione civile regionale è stata scarsa e priva di informazioni precise.
I cittadini del luogo hanno ricevuto un avviso meteo per vento e un’allerta gialla per pioggia sull’entroterra delle province di Pesaro Urbino e di Ancona. Evidentemente, ci si doveva aspettare molto di più. Le previsioni di un meteo non eccessivamente rischioso si sono rivelate fatali dopo l’alluvione che ha provocato almeno 11 vittime e danni “per miliardi”.
La Procura di Ancona sta indagando su alcuni aspetti dell’accaduto: al momento ha aperto un fascicolo a carico di ignoti per omicidio colposo plurimo e inondazione colposa. Per la procuratrice Monica Garulli “quello che si riscontra in questo momento è che non c’è stata un’allerta da parte della Regione Marche nei confronti dei Comuni”.
Le ricostruzioni
Secondo i dati meteo relativi alle precipitazioni previste e i tabulati telefonici, la Protezione Civile è accusata di non aver avvertito della reale allerta che non è stata riconosciuta. Per i comuni interessati è stata emessa un’allerta di livello giallo per i settori montani e alto collinari del Pesarese e dell’Anconetano. La possibilità di forti temporali, quindi, non interessava altre località delle Marche dove l’allerta è stata lasciata verde.
Paolo Sandroni, responsabile del Centro Funzionale Multirischi, dichiara: “Penso che se un meteorologo avesse in mano le carte anche oggi rifarebbe la stessa previsione”. Le condizioni di magra dovute alla siccità dei fiumi Misa e Nevola, sono state esondate a causa di una cellula temporalesca autorigenerante che ha travolto e inondato diversi Comuni.
Le chiamate di allerta alla Protezione Civile sono iniziate ad arrivare alle 19:08 del 15 settembre, e il supporto è arrivato in seguito alla crescita di chiamate alle 21:30. A quanto emerge dai livelli di pericolo delle inondazioni avvenute nelle succesive ore, le procedure non prevedevano il raddoppio di sala e soprattutto non prevedevano che fossero attivati sul territorio dei centri operativi.
Alle 22:00 circa l’idrometro sul Misa ha superato la soglia di allarme, ma a quel punto l’emergenza era ormai conclamata. L’onda di piena aveva già travolto vari Comuni, dirigendosi verso Senigallia dove è arrivata intorno alle 23.