L’analisi dell’Ocse sul Reddito di Cittadinanza: “Il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso”.
L’Ocse, Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa, ha tracciato un bilancio sul Reddito di Cittadinanza intervenendo nella discussione in corso sulla misura bandiera del Movimento 5 Stelle che il leader della Lega Matteo Salvini ha fatto sapere di voler cancellare.
L’analisi dell’Ocse sul Reddito di Cittadinanza
L’Ocse riconosce che il Reddito di Cittadinanza “ha contribuito a ridurre il livello di povertà delle fasce più indigenti della popolazione“. È possibile rintracciare gli effetti positivi della misura nonostante la pandemia abbia scatenato una crisi economica che inevitabilmente ha influito sui livelli di povertà.
I limiti della misura
Il limite evidenziato dall’Ocse è sostanzialmente quello individuato dai critici, molti dei quali però non riconoscono neanche gli effetti positivi della misura in questione: “il numero di beneficiari che di fatto hanno poi trovato impiego è scarso“. In altre parole, delle tante persone che hanno aderito al Reddito solo poche hanno effettivamente trovato un lavoro.
E nell’analisi sulla misura non bisogna dimenticare che l’impiego è un tassello fondamentale. Il Reddito di Cittadinanza nasce come misura assistenziale temporanea. Lo scopo della misura è quello di sostenere economicamente le persone per un breve periodo di tempo e aiutare le persone ad inserirsi nel mondo del lavoro.
L’Ocse consiglia quindi investire nell’ultimo tassello della misura potenziando i servizi pubblici per l’impiego, che al momento rappresentano l’anello debole della catena e che di fatto hanno trasformato la natura del Reddito trasformandolo in un sussidio a tempo indeterminato che in molti casi allontana addirittura le persone, soprattutto i giovani, dal mondo del lavoro.