L’Angelus di Papa Francesco di domenica 20 giugno. Il Pontefice: “Facciamo nostre le tristezze e le gioie dei rifugiati”.
CITTA’ DEL VATICANO – Nell’Angelus di domenica 20 giugno Papa Francesco ha voluto esprimere il proprio messaggio per la Giornata Mondiale del Rifugiato. “Apriamo il nostro cuore ai rifugiati – ha detto il Pontefice – facciamo nostre le loro tristezze e le loro gioie. Impariamo dalla loro coraggiosa resilienza. E così, tutti insieme, faremo crescere una comunità più umana, una sola grande famiglia“.
L’appello per il Myanmar
Nell’Angelus Bergoglio ha lanciato anche un messaggio per il Myanmar. “Unisco la mia voce a quella dei Vescovi – il pensiero del Pontefice – che la scorsa settimana hanno richiamato all’attenzione del mondo intero l’esperienza straziante di migliaia di persone che in quel Paese sono sfollate e stanno morendo di fame. Chiediamo che chiese, pagode, monasteri, moschee, templi, scuole e ospedali siano rispettati come luoghi neutrali e di rifugio“.
“Vorrei rivolgere – ha aggiunto – un cordiale benvenuto a tutte le persone che sono in piazza. Saluto in particolare l’Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani, la delegazione di madri insegnanti nelle scuole italiane, i giovani del Centro Padre Nostro di Palermo, fondato dal Beato don Puglisi, i ragazzi di Tremignon e Vaccarino, e i fedeli di Niscemi, Bari, Anzio e Villa di Briano“.
Papa Francesco: “Quando ci sembra di affondare il Signore è lì, presente”
Il Pontefice parlando del Vangelo di questa domenica ha precisato che “quando ci sembra di affondare il Signore è lì, presente. Infatti, attende che siamo noi a coinvolgerlo, a invocarlo, a metterlo al centro di quello che viviamo. Il suo sonno provoca noi a svegliarci. Perché, per essere discepoli di Gesù, non basta credere che Dio c’è, che esiste, ma bisogna mettersi in gioco con Lui, bisogna anche alzare la voce con Lui. Sentite questo: bisogna gridare a Lui”.