Cosa sono e come agiscono gli anticorpi monoclonali, nuova arma anche contro il Covid.
Per quanto riguarda la lotta al Covid, la ricerca si sta spostando verso un campo differente rispetto al vaccino, che comunque al momento resta la prima arma contro il Covid: gli anticorpi monoclonali, citati anche dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte in occasione della conferenza stampa di fine anno. Ma cosa sono?
Cosa sono gli anticorpi monoclonali
Gli anticorpi monoclonali sono molecole create in laboratorio. Sono molecole simili a quelle che il nostro organismo produce in caso di infezione o vaccinazione. Quindi molecole in grado di intercettare e neutralizzare il nuovo virus. Gli anticorpi monoclonali possono esseri usati come farmaco terapeutico nella fase iniziale dell’infezione ma possono anche garantire un’immunità limitata nel tempo. Pochi mesi, realisticamente.
Di seguito la definizione dell’Iss: “Gli anticorpi monoclonali (MAB) sono molecole prodotte in laboratorio, a partire dai linfociti B estratti dalla milza del topo, e fuse con cellule tumorali del sangue (cellule di mieloma) che hanno la caratteristica di essere immortali. Queste cellule fuse, chiamate ibridoma, sono coltivate singolarmente, in altre parole sono clonate (una cellula in un pozzetto). La singola cellula divenuta immortale successivamente si divide formando un clone di cellule identiche capaci di produrre quantità illimitate dello stesso anticorpo chiamato, appunto, monoclonale che può essere purificato. Gli anticorpi monoclonali sono progettati per riconoscere specificamente un unico, determinato antigene e si legano ad esso neutralizzandolo“.
Gli anticorpi monoclonali e il Covid
Per quanto riguarda nello specifico la lotta al Covid, nel primo trimestre del 2021 saranno sperimentati almeno cinque anticorpi monoclonali, nella speranza di ottenere in tempi brevi una nuova arma in grado di tamponare l’emergenza sanitaria e spingere il Paese verso l’immunità di gregge.
Le differenze con il vaccino
Ma esattamente quali sono le differenze tra il vaccino e gli anticorpi monoclonali? Gli anticorpi non evitano l’infezione ma evitano un peggioramento della malattia. Possono garantire una immunità ma limitata nel tempo, quindi non prolungata. Il vaccino resta quindi l’arma definitiva in quanto innesca nell’organismo il ricordo dell’agente patogeno. Quindi, anche a distanza di tempo l’organismo riconosce la minaccia e si protegge. Con gli anticorpi questo evidentemente non può avvenire.
Anticorpi monoclonali, gli effetti collaterali
Un panoramica sugli effetti collaterali collegati all’uso – per determinate terapie – di anticorpi monoclonali arriva direttamente dall’Iss.
Per quanto riguarda gli effetti indesiderati si registrano:
reazioni allergiche, come orticaria o prurito
segni e sintomi simili all’influenza, tra cui brividi, affaticamento, febbre
dolori muscolari
nausea
diarrea
eruzioni cutanee
bassa pressione sanguigna
Gli effetti collaterali veri e propri, considerati gravi, sono:
Reazioni all’infusione, possono verificarsi gravi reazioni allergiche. Le reazioni all’infusione si verificano, di solito, durante la somministrazione della terapia o subito dopo, quindi mentre la persona è ancora sotto il controllo del medico
Anemia, i MAB legati a particelle radioattive o a farmaci chemioterapici possono portare a una diminuzione, anche grave e persistente, del numero di globuli rossi
Problemi cardiaci, alcuni MAB aumentano il rischio di ipertensione, insufficienza cardiaca e attacchi cardiaci
Problemi polmonari, alcuni MAB sono associati a un rischio maggiore di infiammazione polmonare.
Problemi alla pelle, in alcuni casi le ferite e le eruzioni cutanee possono portare a gravi infezioni. Ferite gravi possono anche verificarsi sul tessuto che riveste le guance e le gengive (mucosa).
Emorragie, i MAB progettati per inibire la formazione di nuovi vasi sanguigni aumentano il rischio di emorragie interne