Antonio Di Pietro su Silvio Berlusconi: “Il migliore tra i debitori…”, il retroscena

Antonio Di Pietro su Silvio Berlusconi: “Il  migliore tra i debitori…”, il retroscena

Antonio Di Pietro si confessa in un’intervista e rivela un retroscena inedito sull’ex premier Silvio Berlusconi.

Antonio Di Pietro, figura simbolo dell’inchiesta Mani Pulite, ha deciso di aprirsi in un’intervista al Fatto Quotidiano, offrendo un ritratto autentico della sua vita personale e un retroscena sull’ex premier Silvio Berlusconi. Tanti i rimpianti, come riportato da Libero Quotidiano: “Dovevo fermarmi, scegliere di fare davvero il Cincinnato. I miei primi 43 anni sarebbero bastati a colorare l’esistenza“, ha ammesso.

Silvio Berlusconi

Antonio Di Pietro e l’aneddoto su Silvio Berlusconi

Antonio Di Pietro non è nuovo a contenziosi giudiziari, molti dei quali si sono risolti a suo favore, anche se con qualche “fregatura“, come lui stesso afferma. “Vado a spanne: siamo sui cinque milioni di euro liquidati dal giudice in mio favore. In tasca però poco più di 500 mila euro. Grandi fregature ho preso, sapesse quanti sono venuti a piangere da me per chiedere di non essere ridotti in povertà“, afferma.

Tra i debitori, tuttavia, spicca una figura che lo stesso Di Pietro definisce esemplare: Silvio Berlusconi. Il Cavaliere si è rivelato un debitore puntuale. “Silvio Berlusconi è stato il migliore tra i debitori che potessi avere: ha pagato con puntualità anche cifre consistenti“.

Un altro aspetto curioso emerso riguarda le spese legali. Di Pietro ha rivelato che anche quando una causa viene vinta, il vincitore è tenuto a contribuire alle spese di giustizia. “Quel che non si sa è che ogni volta che il giudice pubblica la sentenza arriva a casa delle parti costituite in giudizio, dall’agenzia dell’entrate, una notula di pagamento per la corresponsione del contributo alle spese di giustizia (…) A me le sentenze sono così costate 120 mila euro“.

I rimpianti di Antonio Di Pietro

Continuando l’intervista a Il Fatto Quotidiano, Antonio Di Pietro rivela come il passaggio dalla magistratura alla politica è vissuto oggi come un errore che ha sbiadito l’immagine di sé. “Ho sovrapposto una vita a un’altra e poi a un’altra ancora. Prima magistrato, poi politico, infine avvocato. Ho finito per scolorire quello che sono stato, una giacca a troppe tinte“.