Dopo la perizia del Ris sull’omicidio di Serena Mollicone, i sospetti su Marco Mottola (figlio del comandante dei carabinieri di Arce) si fanno sempre più stringenti.
CASSINO (FR) – I carabinieri hanno inviato un’informativa alla Procura di Cassino in merito all’indagine sull’omicidio di Serena Mollicone, la 18enne assassinata nel 2001, il cui corpo è stato ritrovato nel bosco di Anitrella. I militari confermano i sospetti su Marco Mottola, figlio di Franco, all’epoca comandante della stazione dei carabinieri di Arce.
La perizia del Ris
La prima svolta nelle indagini sull’assassinio della studentessa è arrivata un anno fa, grazie a una perizia del Ris. Secondo il reparto scientifico dei carabinieri, Serena Mollicone sarebbe stata colpita negli alloggi della caserma dei carabinieri di Arce, probabilmente al culmine di una lite con Marco Mottola. Successivamente il cadavere sarebbe stato spostato nel boschetto dell’Anitrella.
Da qui l’iscrizione nel registro degli indagati di Marco Mottola e del padre Franco Mottola, accusati di omicidio volontario in concorso e occultamento di cadavere. Indagati anche la madre di Mottola, Anna, e altri due carabinieri, uno per favoreggiamento e l’altro per istigazione al suicidio del brigadiere Santino Tuzi. Il sottufficiale era in servizio nel giorno della scomparsa di Serena Mollicone: la ragazza, stando agli inquirenti, si sarebbe recata di sua spontanea volontà in caserma per sporgere una denuncia.
L’indagato si dichiara innocente
Marco Mottola, difeso dall’avvocato Francesco Germani, continua a professare la propria innocenza: “Io, mio padre e mia madre non c’entriamo assolutamente nulla. Serena Mollicone? La conoscevo ma non benissimo… Abbiamo fatto analizzare le macchine ed è stato tutto negativo, non è vero che il Dna trovato su di lei è compatibile con il mio. E poi chi lo dice che era negli alloggi della caserma?“.