I media di Putin stanno diffondendo informazioni false e propaganda di guerra in modo da influenzare l’opinione pubblica del popolo russo.
L’invasione della Russia ai danni dell’Ucraina non è composta solo da bombe, raid aerei e attacchi a grappolo. La complessità dell’operazione è legata anche al trattamento del morale dei cittadini e all’accesso all’informazione proveniente dall’Occidente. Putin ha infatti bloccato tutti i social network americani come Facebook, Twitter, Instagram e Snapchat, lasciando al social media russo Vkontakte il predominio della rete. Oltre a questo, Putin sta sapientemente usando i media di Governo per attuare una propaganda di guerra che vede l’Ucraina come il principale responsabile del conflitto. La disinformazione diffusa dal Governo passa anche per gli influencer russi, che stanno plagiando le menti del popolo russo attraverso contenuti mirati su TikTok. Una guerra che non si combatte solo sul campo, ma anche su Internet.
A San Pietroburgo, si trova la Internet research agency (Ira), una compagnia impegnata in operazioni di disinformazione e propaganda online, per plagiare l’opinione pubblica e aumentare il supporto alle azioni del presidente Putin. Le operazioni dell’Ira sono cominciate con la guerra in Crimea, continuando con le elezioni americane del 2016. L’Ira è anche nota come “fabbrica dei troll”, in quanto crea e gestisce molti account falsi sui social media, sui forum e sui commenti dei quotidiani online, al fine di promuovere la propaganda di Putin.
Gli effetti della disinformazione del Cremlino
La disinformazione di Putin ha avuto il proprio effetto in diverse occasioni. Tra queste, l’attacco all’ospedale pediatrico di Mariupol, una tra le città ucraine più in difficoltà. La Russia ha fatto sapere tramite i propri canali ufficiali che l’ospedale era vuoto, e che ospitava i nazionalisti ucraini. Eppure, i media occidentali mostrano che l’ospedale era pieno di donne incinte e bambini. Due versioni completamente diverse dello stesso avvenimento.
Prima di Mariupol, la macchina propagandistica di Putin aveva fatto lo stesso con la centrale nucleare di Zaporizhzhya. In un comunicato da parte del Governo, si sosteneva che la Russia fosse in possesso della centrale nucleare già prima dell’attacco. La propaganda del Cremlino ha diffuso una notizia per la quale il bombardamento fosse ad opera di sabotatori ucraini di matrice neonazista. Se ciò fosse stato reale, la Russia avrebbe potuto creare molti blackout all’interno della zona della centrale. Ciò, però, non è avvenuto. Una dimostrazione della potenza della macchina propagandistica di Vladimir Putin.