La deputata democratica Alexandria Ocasio-Cortez è stata arrestata insieme ad altre parlamentari.
Un corteo pro-aborto stava manifestando contro la decisione del 24 giugno della Corte Suprema degli Stati Uniti di cancellare la sentenza Roe vs Wade che tutelava il diritto all’aborto a livello federale dal 1973. A questa manifestazione avevano preso parte anche 17 parlamentari democratiche tra cui la deputata Alexandria Ocasio-Cortez che sono state arrestate dalla polizia.
La polizia era intervenuta per bloccare il corteo dicendo: “La vostra è una manifestazione non autorizzata, state bloccando la viabilità, spostatevi o verrete arrestate”. Le parlamentari che erano in testa al corteo che si stava dirigendo verso la Corte Suprema degli Stati Uniti, sono state arrestate. L’evento ha provocato una scossa nell’opinione pubblica e quello che speravano con questa mossa di prendere parte al corteo anche all’interno del Congresso.
Anche se a maggioranza democratica, il Congresso Usa non riesce a varare una legge che superi l’ostruzionismo ostinato dei conservatori repubblicani al Senato. La deputata Alexandria Ocasio-Cortez considerata una delle più radicali democratiche ha deciso di dare la giusta visibilità al corteo prendendo parte alla protesta con le altre quattro della cosiddetta Squad chiamate così perché ognuna rappresenta una minoranza della società americana.
Le immagini dell’intervento della polizia ritraggono Alexandra Ocasio-Cortez che saluta con il pugno chiuso prima di essere ammanettata con un sorriso soddisfatto. Si stima che siano stati effettuati 34 arresti, di cui 16 sono membri del Congresso americano. L’amministrazione Biden sta valutando intanto di dichiarare un’emergenza sanitaria limitata per difendere l’aborto, con particolare riferimento alle pillole abortive.
A commentare l’accaduto anche la rappresentante repubblicana Lauren Boebert. Su Twitter ha scritto che le quattro democratiche radicali debbano essere arrestate insieme agli insurrezionisti del 6 gennaio. “Spero che i membri della Squad vengano messe in celle accanto ai detenuti del 6 gennaio”.