Arriva lo “schema Elly Schlein”: l’asse con Renzi

Arriva lo “schema Elly Schlein”: l’asse con Renzi

L’asse politico tra Matteo Renzi, la Cisl e l’impatto sul PD di Elly Schlein. Una strategia per il futuro politico italiano.

Matteo Renzi e la Cisl stanno collaborando per un progetto che mira a creare un nuovo soggetto politico di centro, una strategia volta a sottrarre terreno al Partito Democratico (PD) di Elly Schlein. Questo movimento non è casuale: nasce dall’esigenza di costruire una forza moderata capace di incidere sul panorama politico italiano, con il supporto fondamentale del sindacato della Cisl.

Matteo Renzi

Il nuovo centro: Renzi, Casini e la Cisl in azione

In questo quadro, si inserisce anche Pier Ferdinando Casini, il cui obiettivo sembra essere il Quirinale. Casini, forte dei suoi rapporti trasversali tra centrosinistra e centrodestra, punta a candidarsi come figura unificante per un Paese sempre più diviso. L’idea è di creare un consenso che vada oltre le appartenenze partitiche, sfruttando il prossimo appuntamento elettorale per consolidare un’alleanza tra moderati e riformisti.

La Cisl, da parte sua, si è distinta per non aver aderito alla piattaforma dello sciopero generale del 29 novembre, confermando un posizionamento pragmatico in sintonia con il progetto renziano. Questa sinergia suggerisce una strategia dal basso, capace di connettersi con il territorio e con i lavoratori, puntando su un consenso più ampio rispetto ai partiti tradizionali.

Lo “schema Elly Schlein”: il PD verso un ricambio generazionale

Nel Partito Democratico, Elly Schlein sta lavorando su uno “schema” che mira a un ricambio totale della classe dirigente, privilegiando figure emergenti dai territori. La segretaria dem è decisa a rompere con il passato, ridimensionando il ruolo degli esponenti storici, definiti spesso come “boomer dem”. Questo cambio di rotta non è soltanto una questione generazionale, ma un tentativo di costruire un partito più radicato e capace di interpretare le esigenze dei cittadini.

Nonostante il cambio di passo, Schlein mantiene buoni rapporti con figure della vecchia guardia come Dario Franceschini e Lorenzo Guerini, apprezzati per la loro esperienza e lealtà. Anche Stefano Bonaccini, presidente del PD, è visto come una risorsa preziosa, con cui la segretaria ha costruito un rapporto di reciproca fiducia. Tuttavia, la maggior parte degli esponenti di lungo corso rischia di essere esclusa dalle prossime liste elettorali.

Il piano di Schlein punta a un controllo diretto sulle candidature, bypassando le tradizionali negoziazioni interne. Questo approccio, benché audace, sta generando tensioni nel partito, che già si prepara a una stagione politica di cambiamenti radicali. Così come riportato da ilfoglio.it