Gli attacchi hacker si stanno verificando anche in Italia, che agli inizi di febbraio 2023 ha sperimentato l’ennesima violazione informatica.
Gli attacchi hacker in Italia stanno aumentando: nel 2022 sono stati in tutto 188. Si tratta, nello specifico, di un aumento del 169% rispetto agli anni precedenti. Il Bel Paese sembra preso di mira dagli esperti informatici. Stando a quanto riferito dagli esperti del Clusit, “con 2.489 incidenti gravi nel mondo, il 2022 è l’anno peggiore di sempre per la cybersecurity”.
In questo ambito i ricercatori hanno riferito come “negli ultimi cinque anni si è verificato un cambiamento sostanziale nei livelli globali di cyber-insicurezza mondiali al quale non è corrisposto un incremento adeguato delle contromisure adottate dai difensori”. Secondo il presidente di Clusit, Gabriele Faggioli, “è necessaria un’ulteriore evoluzione nell’approccio alla cybersecurity. Occorre non solo che permanga il driver normativo, ma che si mettano in atto a tutti i livelli i processi di valutazione e gestione del rischio per il business, atti a calibrare adeguatamente gli investimenti sulla base delle reali necessità”.
L’attacco del 3 febbraio 2023
Gli attacchi hacker si stanno verificando in tutto il mondo. Particolarmente colpita anche l’Italia, che agli inizi di febbraio 2023 ha sperimentato l’ennesima violazione informatica. Ma cosa sta succedendo? Il 6 febbraio di quest’anno si è tenuta una riunione a Palazzo Chigi durante la quale si è discusso dei numerosi attacchi informatici che si stanno verificando recentemente.
Dalla riunione è emerso che in Italia nessuna istituzione o azienda primaria è stata colpita dall’attacco hacker in questione. Inoltre è stato appurato non si sia trattato di un’aggressione da parte di uno Stato ostile. Si tratterebbe quindi di criminali informatici, conosciuti comunemente come hacker.
La comunicazione del governo
Il governo, nel sito ufficiale, ha riferito: “L’aggressione informatica, emersa già dalla serata del 3 febbraio e culminata ieri in modo così diffuso, era stata individuata da ACN come ipoteticamente possibile fin dal febbraio 2021, e a tal fine l’Agenzia aveva allertato tutti i soggetti sensibili affinché adottassero le necessarie misure di protezione. Taluni dei destinatari dell’avviso hanno tenuto in debita considerazione l’avvertimento, altri no e purtroppo oggi ne pagano le conseguenze.”
E continua: “Per fare una analogia con l’ambito sanitario, è accaduto come se a febbraio 2021 un virus particolarmente aggressivo avesse iniziato a circolare, le autorità sanitarie avessero sollecitato le persone fragili a una opportuna prevenzione, e a distanza di tempo siano emersi i danni alla salute per chi a quella prevenzione non avesse ottemperato.”