Rosy Bindi critica i numeri di Giorgia Meloni sui finanziamenti alla sanità pubblica, sostenendo che l’aumento reale è di soli 130 euro.
Rosy Bindi, ex ministra della Sanità, ha commentato in modo critico le recenti dichiarazioni di Giorgia Meloni sui fondi destinati alla sanità pubblica. Durante il programma In altre parole su La7, Bindi ha affermato che Meloni ha fornito numeri falsati per esaltare i risultati del proprio governo. “I numeri non sono un’opinione e bisognerebbe evitare di dire bugie sui numeri, perché, appunto, siccome non sono un’opinione, sono bugie che hanno le gambe corte o il naso lungo, come si preferisce”, ha dichiarato Bindi, parafrasando le parole della stessa presidente del Consiglio.
I numeri contestati a Giorgia Meloni
Secondo la presidente del Consiglio, il governo avrebbe incrementato di 396,95 euro per cittadino il Fondo Sanitario Nazionale (FSN) dal suo insediamento. Tuttavia, Bindi ha contestato questa cifra, sostenendo che l’incremento reale è di appena 130 euro. Bindi ha mostrato in diretta una tabella sul suo iPad per spiegare come Meloni avrebbe “sbagliato i conti”.
La cifra di quasi 400 euro citata dalla presidente del Consiglio sarebbe infatti una somma di aumenti avvenuti tra il 2018 e il 2025, includendo quindi i contributi del governo Conte e del governo Draghi, contro i quali la stessa Meloni ha votato. Di conseguenza, l’effettivo contributo dell’attuale governo risulterebbe minimo rispetto alle dichiarazioni ufficiali. “Meloni ha preso le leggi di bilancio che hanno aumentato il Fondo Sanitario dei governi contro quali lei ha votato,” ha aggiunto.
Bindi ha proseguito illustrando un problema di fondo: sebbene il Fondo Sanitario Nazionale aumenti nominalmente ogni anno, la percentuale di investimento rispetto al PIL italiano continua a diminuire. Questo dato indica che, nonostante gli incrementi annunciati, le risorse sanitarie non sono sufficienti a coprire il bisogno effettivo della popolazione. “Oggi il Fondo Sanitario rispetto al nostro PIL è più basso che mai”, ha osservato Bindi, ribadendo che i numeri non sono un’opinione e che non possono essere usati per mascherare una situazione di crisi.
Le accuse di privatizzazione della sanità
Bindi ha inoltre espresso preoccupazione per il rischio di una progressiva privatizzazione del settore sanitario. Secondo l’ex ministra, le risorse per incrementare il finanziamento pubblico esisterebbero, e potrebbero essere recuperate tramite una maggiore tassazione di chi opera nei settori delle armi, delle banche, dei farmaci e dell’energia. Tuttavia, il governo attuale sembra preferire una linea che Bindi ha definito “illiberale e liberista”, che rischia di favorire la privatizzazione della sanità pubblica. “Io vedo una strategia precisa che loro non hanno il coraggio di dire”.