L’attentato durante il concerto di Ariana Grande, nel 2017, portò alla morte di 22 persone. Il disastro si poteva evitare.
L’inchiesta condotta da Sir John Saunders, accusa i servizi segreti del Regno Unito, l’MI5, per non aver preso i provvedimenti opportuni per prevenire l’attentato che nel 2017 avvenne a Manchester, durante il concerto di Ariana Grande. Nella tragedia persero la vita 22 persone, tra cui una bambina di otto anni.
L’inchiesta contro l’MI5
L’MI5 avrebbe perso l’occasione per evitare l’attacco terroristico, e la polizia avrebbe diffuso notizie ingannevoli. Queste le accuse di Saunders che dichiara: “Non è possibile giungere ad alcuna conclusione sulla bilancia delle probabilità o su qualsiasi altro standard probatorio in merito al fatto che l’attacco sarebbe stato evitato, ma tuttavia c’era la possibilità realistica di ottenere informazioni utili che avrebbero potuto portare ad azioni di prevenzione dell’attacco”.
Il capo dei Servizi Segreti, vicino a scoprire il complotto mortale quando ricevette un’informazione, intanto si dichiara molto dispiaciuto di non essere riuscito ad impedire l’attacco alla Manchester Arena. Quell’attacco che cambiò per sempre la vita delle famiglie delle 22 vittime.
L’attentato del 2017
L’attacco suicida fu compiuto durante il concerto di Ariana Grande, dal 22enne Salman Abedi, il cui fratello minore Hashem è stato incarcerato per 55 anni nel 2020 per averlo incoraggiato e aiutato. Un terzo fratello maggiore, Ismail, è stato condannato a luglio per essere fuggito in Gran Bretagna senza testimoniare.
La famiglia dei tre fratelli era conosciuta per le sue opinioni estremiste. Da ciò che si apprende, infatti, l’attentatore avrebbe persino imparato a costruire la bomba con cui si fece esplodere in uno dei frequenti viaggi che faceva nel suo Paeae d’origine, insieme al fratello.