Attentato Dugina: intelligence russa accusa agente ucraina

Attentato Dugina: intelligence russa accusa agente ucraina

Secondo i servizi segreti russi a uccidere la figlia del filosofo russo è stata un’agente ucraina.

Nuovi risvolti sulla misteriosa morte di Darya Dugina la figlia del filosofo politologo di Putin. Arriva l’accusa dei servizi segreti russi che indicano come responsabili i servizi ucraini. Secondo i russi, a commettere l’attentato sarebbe stata un’agente di 43 anni Natalya Vovk, che sarebbe arrivata in Russia il 23 luglio insieme a sua figlia Sofia e un gatto con una mini cooper. Dopo l’attentato sarebbe fuggita in Estonia. Ma mancano immagini e prove a supporto di questa tesi russa.

L’uccisione della Dugina è “un crimine vile e crudele”, ha affermato il presidente Vladimir Putin. La ragazza come il padre era molto vicino alle idee del Cremlino, fervente ultranazionalista sostenitrice dell’operazione speciale. Il padre Alexander Dugin ha parlato di “attacco terroristico compiuto dal regime nazista ucraino” ed ha affermato che la risposta non può limitarsi a una vendetta, ma deve portare alla “Vittoria”, con la V maiuscola.

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La ricostruzione dei servizi russi dell’attentato

L’Fsb, il servizio di sicurezza federale russo, ha detto di aver risolto il caso in meno di 48ore ma ancora non vi è un video o immagini che collegano questa donna all’attentato. L’agente ucraina presunta responsabile dell’attentato sarebbe fuggita in Estonia secondo i russi ma le autorità di Tallinn hanno dichiarato di non aver ancora ricevuto alcuna richiesta di estradizione da Mosca.

Secondo la ricostruzione elaborata dai servizi russi, l’agente Vovk e sua figlia per arrivare in Russia avrebbero messo sulla loro mini cooper tre targhe diverse: la prima della Repubblica di Donetsk, per varcare il confine, la seconda del Kazakhstan, usata a Mosca, e la terza dell’Ucraina per uscire dal Paese. “Per organizzare l’uccisione della Dugina e raccogliere informazioni sulle sue abitudini di vita”, aggiunge l’Fsb, la Vovk “ha affittato un appartamento a Mosca vicino a dove viveva la vittima”. Questi movimenti dell’agente ucraina sarebbero state riprese dalle telecamere di sorveglianza alcune delle quali diffuse dai servizi russi.