La presentazione del libro di Carla Gatto, nonna di Giulia Cecchettin, scatena polemiche online, aumentano le critiche.
In un clima di crescente tensione e dolore, la nonna di Giulia Cecchettin, vittima di un tragico episodio di violenza, si è trovata al centro di un acceso dibattito sui social media. Carla Gatto, 75 anni, ha suscitato reazioni contrastanti per aver deciso di presentare il suo libro – un progetto nato ben prima del tragico evento – e per aver rilasciato un’intervista in cui cercava di mantenere un atteggiamento sereno davanti alle telecamere. La decisione di andare avanti con l’evento, previsto in occasione della giornata contro la violenza sulle donne, ha sollevato una tempesta di reazioni online.
Le accuse e la difesa
Alcuni utenti hanno espresso indignazione, domandandosi come fosse possibile organizzare un evento culturale mentre la famiglia era ancora in lutto, e prima dei funerali di Giulia, previsti per il 5 dicembre a Padova. “Come si può essere così distaccati in un momento così tragico?”, è il tenore di numerosi commenti, che hanno visto nella scelta della Gatto un mancato rispetto per il lutto familiare.
Tuttavia, altri utenti hanno difeso la decisione della signora Gatto, sottolineando che ogni persona reagisce al dolore in modo diverso. Hanno rilevato che nessuno dovrebbe imporre come una famiglia dovrebbe affrontare una tragedia personale, ricordando che il gesto potrebbe essere un modo per affrontare il dolore e l’assenza.
Il significato dell’evento
Carla Gatto, attivista contro la violenza di genere, ha sempre sostenuto cause importanti, e il suo libro riflette questo impegno. L’opera, scritta durante il periodo del Covid, narra la storia di una giovane donna che si libera da una situazione familiare oppressiva. La presentazione del libro, quindi, non era solo un evento culturale, ma un momento di riflessione sul tema della violenza contro le donne, un argomento tragicamente legato alla storia di Giulia.
Nell’intervista concessa a “Rovigo in diretta”, Carla Gatto ha condiviso ricordi affettuosi della nipote, sottolineando il suo amore per il disegno e il suo successo accademico. Ha espresso il proprio dolore, accettando che ora Giulia sia diventata un simbolo più ampio della lotta contro la violenza sulle donne. “Non possiamo rinunciare a una cosa del genere“, ha dichiarato, riconoscendo la tragica realtà e l’importanza di non dimenticare.
Tra l’ondata di reazioni online, il caso di Carla Gatto e Giulia Cecchettin solleva interrogativi profondi sul modo in cui la società affronta il lutto, il dolore e l’impegno sociale. La storia di Giulia diventa così un simbolo potente, un promemoria doloroso della necessità di combattere la violenza contro le donne.