Prezzo di latte e formaggio aumenta del 30%

Prezzo di latte e formaggio aumenta del 30%

A causa della guerra aumentano i prezzi su latte e formaggio gettando nella crisi i prodotti derivati

Il comparto lattiero caseario ha subìto un grave colpo dalla guerra in Ucraina. Il settore era già in crisi a causa della pandemia di Covid ma ora gli aumenti sono lampanti. Sui prodotti derivati dal latte c’è un aumento di circa il 30% per la carenza di latte. Gli allevatori infatti hanno ridotto il numero di mucche per contenere i costi, dalle 10 precedenti ora ce ne sono 7.

E’ una tempesta perfetta”, dice il presidente di Assolatte Paolo Zanetti, “perché arrivavamo da un periodo pre-guerra con già un grosso rincaro dei prezzi, non solo agricoli, ma anche legati all’energia, al gas, al cartone e alla plastica. La guerra non ha fatto altro che acuire questo grandissimo aumento dei prezzi”.

Per gli allevatori il costo per un litro di latte è di circa 50 centesimi e in alcune zone d’Italia tocca anche i 60 centesimi. Ma il prezzo pagato al litro non supera i 45 centesimi. Per questo motivo, alcuni allevatori si sono trovati ad avere poche scelte possibili. A gravare su questo settore già in crisi è stato il rincaro dei prezzi sull’energia. I rincari si erano registrati già nel secondo semestre del 2021 seppur contenuti, si parla di un aumento di circa il 7-8% poi la guerra ha dato il suo duro colpo fino al 20%.

La produzione in calo fa schizzare i prezzi del 30%

In tutto lo scenario internazionale manca il latte. Tutta Europa registra questo fenomeno. Spero che il governo possa instaurare misure a sostegno del comparto zootecnico” spiega Zanetti. Questa crisi mette in dubbio la sopravvivenza della filiera lattiera casearia, dai produttori all’industria di trasformazione. Per alcuni imprenditori del settore la situazione è abbastanza nera e poiché gli effetti si protrarranno sicuramente per i prossimi sei mesi. Molto dipenderà da come si risolverà la questione energetica in Europa. Ma una buona parte sarà dovuta all’approvvigionamento delle materie prime per l’alimentazione degli animali. Essendoci meno mangime si produce meno latte e i consumatori pagano il 30% in più i prodotti della filiera.