La politica era in carcere dal 2021 per scontare una pena interminabile arrivata con processi quantomeno controversi.
La leader birmana Aung San Suu Kyi è stata graziata e a dare l’annuncio sono stati i media statali del Myanmar. La politica, dal 2021, si trovava in carcere per scontare una pena arrivata dopo il colpo di Stato militare che aveva rovesciato il suo governo.
Assieme a lei, è stata promulgata un’amnistia per oltre 7000 prigionieri in occasione della prossima Quaresima buddista. “Il presidente del Consiglio di Amministrazione dello Stato – si legge in una nota del regime – perdona Daw Aung San Suu Kyi, condannata dai tribunali competenti“. Un messaggio che sa molto di sbeffeggiamento visto che la leader, premio Nobel per la pace nel 1991, era stata condannata a passare praticamente il resto della sua vita in carcere con processi controversi.
Come sta Aung San Suu Kyi?
La domanda più importante è quale sia lo stato di salute di Aung San Suu Kyi ma la risposta ancora non si sa. Mesi fa avevano iniziato a circolare alcune voci che davano la leader 78enne come gravemente malata, fatto mai confermato dall’esercito. Il ministro degli Esteri thailandese Dom Pramudwinai aveva detto qualche settimana fa di aver incontrato Aung San Suu Kyi e che lei stesse bene.
Il Myanmar
La grazia concessa alla 78enne potrebbe essere un tentativo di sedare le rivolte nelle campagne del centro-nord del paese. Una zona in cui la popolazione non ha mai accettato il risultato del golpe e si è difesa battendosi in una guerra civile. Il conflitto ha portato alla morte di numerosissimi civili ed i militari non godono di alcun consenso. Riuscirà Aung San Suu Kyi a risolvere la situazione?