Gli ultimi due anni sono stati molto difficili per le persone affette da autismo e dalle loro famiglie. In Italia, se ne contano 500.000.
La pandemia ha portato molti problemi per tutti. Isolamento forzato, disconnessione a livello sociale e la difficoltà di formare nuovi legami. Questi problemi sono decisamente gravi, eppure alcune persone hanno sofferto la crisi pandemica più di altre. Parliamo delle 500.000 famiglie al cui interno vi sono persone affette da autismo. Questa è la denuncia presentata dalle associazioni che tutelano le persone affette da autismo, in vista della Giornata mondiale della consapevolezza dell’autismo, la quale si terrà domani, in data 2 aprile.
Centinaia di monumenti, in occasione di questa Giornata, si illumineranno di blu, il colore associato a questa condizione. Eppure, per le associazioni, non bastano i messaggi di solidarietà e i monumenti illuminati di blu. I problemi, infatti, “oggi sono gli stessi di dieci anni fa, ma nascosti dalle notizie sulla pandemia e sulla guerra”.
La denuncia di Gianluca Nicoletti
Giornalista e padre di Tommy, un ragazzo affetto da autismo, Gianluca Nicoletti ha voluto esprimere le proprie opinioni in merito alla crisi pandemica e al suo impatto sulle famiglie con persone affette da autismo. “Le persone con neurodiversità sono state ‘cancellate’ dalla pandemia, nessuno si è posto il problema di come le famiglie abbiano gestito l’isolamento forzato. E questo è andato a gravare su una situazione già difficile”.
Nicoletti ha creato la Fondazione Cervelli Ribelli, per incentivare l’inclusione delle persone con neurodiversità nella società. Il giornalista e fondatore della Onlus ha asserito quanto segue. “Se la scuola è il primo fallimento, il secondo è quando l’autistico diventa adulto: la gestione resta in carico alle famiglie, che spesso non hanno altra scelta che ‘recluderli’ in strutture residenziali, che salvo eccezioni sono gli unici soggetti a ricevere finanziamenti. Per l’inserimento lavorativo, solo piccole realtà riescono farcela. E il pensiero più angosciante è cosa avverrà quando loro non ci saranno più, visto che la legge sul Dopo di noi stenta ancora a dare risposte“. Un problema reale, del quale si parla troppo poco nella società.