La possibilità di risparmiare è il principale incentivo all’acquisto di un’auto d’importazione ma non bisogna trascurare gli oneri burocratici per ammettere la vettura alla circolazione.
Il mercato dell’auto è sempre più competitivo ed offre ai potenziali acquirenti una vasta gamma di modelli da scegliere a seconda delle proprie esigenze e della propria disponibilità economica. Spesso i prezzi di listino rappresentano una delle discriminanti fondamentali per l’acquisto e molti cercano una soluzione per risparmiare, così da poter comprare l’auto desiderata senza dover affrontare una spesa eccessiva. In questa ottica si colloca la possibilità di acquistare un’auto d’importazione: vediamo quali sono i rischi ed i vantaggi connessi a questo tipo di soluzione.
Cosa vuol dire auto di importazione
Prima di entrare nel merito della procedura corretta per acquistare un’auto di importazione ed utilizzarla in Italia, va fatto un distinguo fondamentale. Un’auto di importazione è una vettura originariamente immatricolata in un paese straniero che viene acquistata (da un’azienda, un privato o un altro soggetto) per essere portata e immatricolata nuovamente in Italia. Pertanto, “di importazione” non vuol dire semplicemente ‘straniera’ o ‘prodotta all’estero’.
Ciò impone comunque una scelta attenta dell’auto che si intende acquistare. Il motivo è semplice: ogni nazione, che appartenga o meno all’Unione Europea, rappresenta un ‘mercato’ specifico, alle cui regole le Case automobilistiche devono sottostare. Per questo, un modello destinato in origine ad un mercato nazionale diverso da quello italiano, potrebbe presentare caratteristiche diverse, soprattutto per quanto concerne la qualità dell’allestimento. In alcuni casi, sui mercati esteri è possibile reperire modelli non presenti sul mercato italiano a proposito dei quali è più difficile ottenere informazioni dettagliate circa le specifiche tecniche e la dotazione di gamma.
Come acquistare un’auto d’importazione
Le automobili di importazioni possono essere di due tipi: nuove o usate. Nel primo caso, si tratta di:
- vetture nuova di fabbrica e mai immatricolate;
- vetture già immatricolate che non abbiano percorso più di 6.000 km o che siano state cedute entro sei mesi dalla prima immatricolazione. Per tanto, un’auto di importazione usata è tale quando ha un chilometraggio superiore ai seimila km percorsi oppure è stata immatricolata in un altro paese da oltre sei mesi.
Per meglio inquadrare la normativa che regola l’intera procedura, bisogna anche sottolineare come il paese di prima immatricolazione giochi un ruolo importante. La seconda immatricolazione, infatti, segue un iter leggermente diverso se la vettura risulta già registrata in un paese appartenente all’Unione Europea oppure allo Spazio Economico Europeo.
Detto ciò, la procedura di acquisto è relativamente semplice e non differisce da una compravendita effettuata in Italia. Sono, però, maggiori le cautele e le precauzioni da utilizzare. Anzitutto, si consiglia di evitare acquisti online e, più in generale, è bene acquisire le opportune garanzie per verificare l’affidabilità del venditore. Un altro elemento importante al quale prestare particolare attenzione è il contratto, che deve fornire le necessarie garanzie (oltre a riportare tutte le informazioni salienti, relative sia alla vettura sia alla transazione). A tutela dei propri interessi, il compratore deve accertarsi che l’auto sia completa di tutta la documentazione necessaria all’espletamento delle pratiche burocratiche finalizzate alla messa in circolazione del veicolo. Nello specifico, al momento della vendita, il compratore deve ricevere la carta di circolazione e l’attestazione di pagamento oltre alla dichiarazione di conformità.
Immatricolazione, registrazione al PRA e pagamento dell’IVA
Se per l’acquisto di un’auto di importazione non si è rivolto ad un concessionario, l’acquirente privato deve farsi carico delle procedure burocratiche che consentono di ‘regolarizzare’ lo status della vettura. Va sottolineato come per le auto di importazione parallela, l’onore di garanzia ricada sul venditore mentre il compratore che effettua l’acquisto in prima persona non ha alcun diritto a questa garanzia.
In estrema sintesi, l’auto va immatricolata e poi iscritta nel PRA (Pubblico Registro Automobilistico) per poter circolare nel nostro paese.
Nel caso in cui si tratti di un’auto già pre-immatricolata in un paese dell’Unione Europea o dello Spazio Economico Europeo (Islanda, Liechtenstein e Norvegia), le procedure di immatricolazione e registrazione al PRA possono essere effettuate direttamente presso lo Sportello Telematico dell’Automobilista, senza distinguo tra un’auto nuova o usata. Per le vetture acquistate nei paesi extra UE, invece, non è possibile inoltrare la pratica di immatricolazione allo STA ma bisogna rivolgersi prima ad un ufficio provinciale della Motorizzazione Civile. Per ciò che riguarda i termini, l’immatricolazione va fatta entro 30 giorni dall’acquisto mentre per la registrazione al Pubblico Registro Automobilistico, l’acquirente ha 60 giorni di tempo a decorrere dall’immatricolazione.
La documentazione da presentare allo STA è la seguente:
- fotocopia del documento di identità dell’acquirente; se è in lingua straniera va corredato di una traduzione certificata;
- dichiarazione sostitutiva della certificazione di residenza dell’acquirente;
- modulo NP2C per l’iscrizione al PRA; si utilizza il modulo NP2D nel caso in cui venga redatto l’atto di vendita;
- atto di vendita con la firma del venditore autenticata in bollo;
- dichiarazione di conformità;
- domanda compilata sul modulo TT 2119 e firmata dall’acquirente.
Auto di importazione vantaggi e svantaggi
L’acquisto di un’autovettura di importazione presenta sia lati positivi sia negativi.
Tra i principali vantaggi che si possono avere nell’acquistare un’auto d’importazione vi è sicuramente quello economico. Se si effettua l’acquisto in un paese che adotta una valuta diversa dall’euro, si può approfittare del cambio favorevole e risparmiare sul prezzo di listino, spendendo meno di quanto si spenderebbe in Italia per acquistare lo stesso modello. In aggiunta, effettuando l’acquisto in prima persona, si evitano costi aggiuntivi che possono far aumentare il prezzo finale di vendita dell’auto. Infine, non va sottovalutata la possibilità di usufruire di un regime fiscale agevolato in vigore nella nazione in cui si acquista l’auto (o magari maggiori sconti per chi, come le aziende, acquistano intere flotte di veicoli).
Il principale svantaggio, invece, è quello relativo alla dotazione ed agli equipaggiamenti. Per diversi motivi è possibile che lo stesso allestimento presenti una dotazione meno ampia se destinato ad un mercato di seconda fascia. Altra parziale controindicazione può essere rappresentata dal costo del trasporto, se si decide di affidare il recapito della vettura ad una ditta di spedizioni internazionali anziché ritirarla in proprio. Ciò potrebbe neutralizzare buona parte del risparmio sul prezzo di listino.
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