Una guida completa che ti spiega tutto quello che (forse) nessuno ti ha mai detto su uno dei passaggi più importanti della mobilità elettrica e la sua ricarica.
Le auto elettriche sono ormai ovunque: silenziose, sostenibili, perfette per la città e sempre più accessibili. Ma tra entusiasmo green e spot pubblicitari iper-ottimisti, c’è una domanda che in molti si fanno solo dopo l’acquisto: come si paga la ricarica di un’auto elettrica? Spoiler: non è proprio come fare benzina, ma non è nemmeno così complicato. Serve solo un po’ di furbizia e le informazioni giuste (che ti diamo noi, ovviamente).

Come si paga la ricarica dell’auto elettrica: ecco cosa devi davvero sapere
Nel 2025, siamo abituati a pagare tutto con lo smartphone, e la ricarica delle auto elettriche non fa eccezione. Il metodo più diffuso? Le app dedicate fornite dai Mobility Service Provider (MSP per chi mastica l’inglese tech): nomi come Enel X Way, Be Charge, Ionity e ovviamente Tesla sono ormai familiari a chi guida elettrico.
Con queste app puoi:
- Trovare le colonnine più vicine (sì, anche quelle libere).
- Avviare o interrompere la ricarica.
- Gestire i pagamenti direttamente dal telefono.
Serve solo registrarsi, associare un metodo di pagamento (carta o PayPal vanno benissimo) e il gioco è fatto.
Pay per use o abbonamento? Come funziona davvero
Due opzioni, due filosofie di vita.
- Pay per use: paghi solo per i kWh che consumi. Perfetto se ricarichi di rado o sei ancora in fase esplorativa.
- Abbonamento: scegli un pacchetto di kWh al mese. Di solito il costo unitario è più basso, ed è ideale per chi macina chilometri ogni settimana.
Attenzione però: ogni operatore ha tariffe diverse. Alcuni ti premiano se ricarichi in orari “non di punta”, altri ti offrono bonus fedeltà. Insomma, vale la pena farsi un giro sulle app e confrontare.
Piattaforme di interoperabilità: un solo account, mille colonnine
Ti stai chiedendo se servono dieci app diverse per ricaricare in città, al mare, in autostrada o sotto casa della nonna? Tranquillo: esistono le piattaforme di interoperabilità.
Con un solo account puoi accedere alla rete di più operatori. È un po’ come avere un abbonamento a una palestra che ti fa entrare anche in altre sedi. Comodo, no?
Sì, puoi anche pagare col POS
Hai dimenticato il telefono? Nessun problema. In molte colonnine c’è il buon vecchio POS contactless. Passi la carta (di credito o debito) e via. Funziona proprio come un distributore classico.
L’unico problema? Non tutte le stazioni lo supportano. Quindi se viaggi spesso, meglio comunque avere un’app installata come backup.
Ricarica automatica? C’è anche quella (ed è il futuro)
Alcune auto e alcune colonnine a corrente continua fanno tutto da sole. Colleghi il cavo, l’auto viene riconosciuta e parte la ricarica. Zero app, zero stress. Il pagamento? Arriva direttamente sul metodo registrato nel sistema.
Questo sistema è ancora poco diffuso, ma si sta facendo strada e sarà probabilmente il futuro delle e-car.
I Tesla Supercharger: per chi ha Tesla… e non solo
I leggendari Tesla Supercharger meritano un capitolo a parte. Nati per gli utenti Tesla, oggi si sono aperti anche ad alcune auto elettriche di altre marche (ma non a tutte).
Per usarli, però, serve comunque l’app Tesla. Una volta registratə, colleghi il veicolo e il pagamento viene gestito in automatico dal tuo account.
Unica pecca: le tariffe non sempre sono tra le più economiche, ma in cambio hai velocità e affidabilità.
Il lato pratico dell’elettrico? Sta tutto qui
Insomma: se stai per passare all’elettrico, sappi che pagare la ricarica non è un mistero da decifrare, ma nemmeno una passeggiata nel parco. Un po’ di studio, qualche app giusta e un pizzico di pazienza, e sarai pronto a goderti la guida silenziosa e (quasi) a impatto zero.