Autostrade, senza accordo si passa alle vie legali

Autostrade, senza accordo si passa alle vie legali

Autostrade, trattativa a un punto morto. Senza accordo entro la fine del mese si passa alle vie legali.

Si avvicina il momento della resa dei conti tra Autostrade e il governo. Le parti sono alla ricerca di un accordo che al momento sembra lontano.

“Su Autostrade, per quanto mi riguarda, nulla è cambiato: c’è una procedura di caducazione della concessione in corso. Ci sono conclamati inadempimenti del concessionario quindi per me ci sono tutti gli estremi per la revoca. Sono state avanzate delle proposte di transazione. Perché le proposte di transazione siano accettate vuol dire che presentano un vantaggio maggiore per il concedente quindi per l’interesse generale rispetto a quello della revoca. Se finora non si è conclusa fatevi voi un’idea, vuol dire che queste proposte transattive non sono compatibili con l’interesse generale. Ma siccome è una procedura complessa, tra breve il governo deciderà”, aveva detto Conte in occasione della conferenza stampa del 3 giugno da Palazzo Chigi. Ma la sensazione è che la questione sia più difficile dello scenario presentato dal premier, come evidenziato da Matteo Renzi.

16/05/2020 Roma – conferenza stampa Presidente del Consiglio dei Ministri / foto Alessandro Serrano’/Pool/Insidefoto/Image nella foto: Giuseppe Conte

Dossier Autostrade, entro giugno si decidono le sorti della trattativa con il governo

Ad inizio giugno la trattativa di fatto è su un binario morto. O meglio è indirizzata sul binario della risoluzione del contratto da parte di Autostrade con conseguente battaglia legale.

fonte foto https://www.facebook.com/autostradeperlitalia/

Senza accordo si passerebbe alle vie legali

Se le parti non dovessero arrivare a un accordo entro la fine di giugno, la rete autostradale di competenza continuerebbe ad essere gestita dal concessionario fino al pagamento del valore di indennizzo. Ma sospenderebbe di fatto gli investimenti sulla rete e le gare d’appalto congelando chilometri e chilometri di rete autostradale. Ad eccezione degli interventi di manutenzione ordinaria, che sarebbero comunque garantiti. Questo fino a quando lo Stato non si riappropri delle tratte procedendo con il pagamento dell’indennizzo per l’anticipata cessazione della concessione.

E qui c’è il nodo principale della questione. A quanto ammonta l’indennizzo che lo Stato deve riconoscere alla società? La risposta dovrebbero trovarla legali e affini, con ogni probabilità. E la differenza tra le ipotesi avanzate fino a questo momento non è propriamente irrisoria. c’è chi dice 20 miliardi e chi dice 7.

Paola De Micheli

In caso di accordo sulla revisione delle concessioni il problema diventerebbe politico

L’unica certezza è che il terreno è particolarmente scivoloso. E la situazione non sarebbe più semplice in caso di accordo sulla revisione (non revoca quindi) delle concessioni. A quel punto il Movimento 5 Stelle dovrebbe fare un evidente passo indietro rispetto alle promesse fatte sin dal giorno del crollo del Ponte Morandi.