Dopo il richiamo di Mattarella sul decreto Milleproroghe per la questione balneari ora il governo deve intervenire in fretta.
Il decreto Milleproroghe è stato frenato dal presidente Mattarella che ha promulgato ma ha richiamato il governo sulla questione balneari. Ma di cosa si tratta e cosa rischia l’Italia se il governo non interviene tempestivamente? Dal Quirinale è arrivato il richiamo ai presidenti delle Camere e alla premier in cui il presidente puntualizza le riserve sul provvedimento e ha invitato ad un intervento correttivo. La questione balneari, come previsto dal Milleproroghe, è la decisione di posticipare la messa al bando di un anno.
Il richiamo era arrivato già da parte dell’Europa che insisteva sulla necessità delle gare essendo il suolo (delle spiagge) pubblico e quindi di proprietà dello Stato. L’Ue ha precisato la necessità di procedure trasparenti e imparziali per decidere a quale impresa debba essere concesso il diritto di utilizzare il suolo pubblico. Nei confronti dell’Italia è stata già avviata una procedura di infrazione nel 2020 ribadita nel 2021. Se non interviene questa volta c’è il rischio di una procedura di infrazione.
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Cosa succede ora
La pronuncia della Corte di giustizia europea è attesa in tempi brevi, forse tra due mesi sulla questione balneari. Se dovesse bocciare la norma «per i balneari sarebbe un disastro», ammettono fonti di FdI. La premier era consapevole della necessità di modifica e aveva provato ad aprire a modifiche senza ottenere nulla. Ora quindi, su monito di Mattarella, potrebbe tornare in Parlamento per riaprire un tavolo di negoziato con le categoria. Assobagnanti si è pronunciata a favore della proroga contraria a Bruxelles che vorrebbe mettere tutto a concorrenza.
Secondo indiscrezioni, nei giorni scorsi il ministro Fitto aveva provato ad intavolare il discorso con i rappresentanti di categoria trovandosi però davanti ad un muro. La norma ora è stata approvata ed è legge ma si cercherà di cambiarla anche se non sarà un’operazione facile perché il volere del Colle e di Bruxelles si scontra con la maggioranza.