Caso Banche, esposto dei risparmiatori contro il governo, accusato di aver rimandato la questione non mantenendo le promesse.
Rischi di finire in una Caporetto una delle battaglie comuni di Lega e Movimento Cinque Stelle. Il percorso per i rimborsi ai truffati dalle banche è stato decisamente più complicato del previsto, anche alla luce della prudenza di Tria, e ha suscitato un certo malcontento all’interno dell’elettorato giallo-verde.
Protesta dei risparmiatori, la nota inviata al governo da quindici sigle
In una nota sottoscritta da 15 sigle di associazioni di risparmiatori, il governo viene duramente attaccato e criticato per aver dato il via libera a una manovra studiata per “rinviare sine die l’emanazione della normativa in materia di risparmio tradito“. Tradotto, gli sbancati, come sono diventati famosi, accusano il governo di essersela cavata con una non-soluzione rappresentata da un rinvio a data da destinarsi.
Centinaia di voti a rischio
La nota si conclude con un monito al governo. Se la questione legata ai rimborsi non dovesse sbloccarsi nel breve termine i risparmiatori saprebbero chi non votare alle prossime elezioni. Ossia Lega e MoVimento.
La delusione nel Documento di Economia e Finanza
La protesta dei risparmiatori si è scatenata dopo lo slittamento delle norme sui rimborsi alle persone danneggiate dalle vicende di Banca Etruria, Banca Marche, CariChieti, Cariferrara, Popolare Vicenza e Veneto Banca. Lega e Movimento Cinque Stelle avevano assicurato una rapida soluzione della vicenda, cosa che invece non è avvenuta, anzi. A peggiorare la situazione sono i numeri contenuti nel Def. Il documento firmato da Tria presenta cinquanta milioni di euro per i rimborsi, decisamente meno dei 525 promessi dal governo.