Guerra tra Israele e Hamas, scatta il cessate il fuoco

Guerra tra Israele e Hamas, scatta il cessate il fuoco

La battaglia di Gerusalemme: razzi sulla città e raid sulla Striscia di Gaza. Si contano i primi morti. Anche bambini tra le vittime.

La battaglia di Gerusalemme si è trasformata in una guerra tra Israele e Hamas. Da Gaza piovono razzi sulle città, Israele procede con raid violenti. A Tel Aviv suonano le sirene di allarme come in tempo di guerra. Tra il 13 e il 14 maggio Israele ha lanciato l’attacco contro Gaza mettendo mano ai piani per l’invasione.

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20-21 maggio- Scatta il cessate il fuoco

L’offensiva di Israele è andata avanti fino alle 2 della notte tra il 20 e il maggio quando, complice la mediazione di Joe Biden, è scattato il cessate il fuoco. Il bilancio di questi giorni di combattimento è di più di 200 morti palestinesi e 12 morti israeliani. Ora si torna alla fase delle trattative tra le parti, ossia ad una fase di stallo che non si sblocca da anni e che rende la zona una polveriera pericolosa, pronta ad esplodere per un nulla.

15-16 maggio – Razzi su Tel Aviv, nuovo raid su Gaza

Nella notte tra il 15 e il 16 maggio una nuova pioggia di missili si è abbattuta su Tel Avev. Israele ha reagito con un nuovo raid su Gaza. Uno dei raid ha sfiorato l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi. In giornata le parti dovrebbero incontrare i mediatori occidentali, al lavoro per il raggiungimento di un cessate il fuoco che possa essere stabile e duraturo.

Gaza Israele

L’appello di Papa Francesco durante l’Angelus

L’Angelus di Papa Francesco è stato dedicato alla battaglia di Gerusalemme. Il Pontefice ha parlato di “una vicenda terribile e inaccettabile. La morte è segno che non si vuole costruire il futuro, ma lo si vuole distruggere […]. Faccio un appello alla calma e, a chi ne ha responsabilità, di far cessare il frastuono delle armi […] e di trovare la strada del dialogo e del perdono […]“.

15 Maggio – L’offensiva di Israele, bombe sui tunnel di Hamas

L’attacco è avvenuto nella notte italiana tra il 14 e il 15 maggio. Con un tweet l’esercito israeliano ha finto l’invasione e subito dopo ha dato il via ad un diluvio di bombe sui tunnel di Hamas. Diecimila i palestinesi sfollati e decine di vittime. Tra loro anche bambini.

Guerra tra Israele e Hamas, bombardato il palazzo di Ap e Al Jazeera

Nella giornata del 15 maggio l’esercito israeliano ha bombardato il palazzo di Ap e Al Jazeera, ossia il palazzo dei media. Il proprietario dell’immobile ha riferito di essere stato avvertito dall’esercito israeliano, che ha dato un’ora di tempo per evacuare l’edificio. La ricostruzione non trova conferme ufficiali da parte delle autorità israeliane che hanno giustificato il bombardamento facendo sapere che nel palazzo si trovavano risorse dell’intelligence di Hamas.

I piani per l’invasione di Gaza

Le autorità militari israeliano hanno rimesso mano al piano per l’invasione della Striscia di Gaza. Secondo il Times of Israel le carte saranno sottoposte al governo, al quale spetta la decisione finale.

Israele attacca Gaza

Intorno alle 23.30 del 13 maggio è stata comunicata la notizia dell’ingresso dell’esercito israeliano nella Striscia di Gaza. Notizia poi smentita nelle prime ore del 14 maggio, quando è stato specificato che aviazione ed esercito stanno conducendo attacchi sulla zona ma non ci sono truppe sulla Striscia.

Ho detto che avremmo fatto pagare un prezzo molto alto ad Hamas. Lo facciamo e continueremo a farlo con grande intensità. L’ultima parola non è stata detta e questa operazione proseguirà per tutto il tempo necessario“, ha dichiarato Netanyahu.

Non è chiaro se lo scopo di Israele sia d procedere con interventi mirati contro le basi dalle quali vengono sparati i missili o se voglia occupare alcune zone strategiche come già accaduto in passato.

12-13 Maggio – Israele, “Nessuna tregua”

Il lancio di razzi e i blitz sono proseguiti anche nella notte tra il 12 e il 13 maggio. Nonostante gli appelli della comunità internazionale e delle autorità religiose, le speranze che la situazione possa risolversi a breve con una tregua sembrano decisamente fragili.

Gli Stati Uniti si sono mossi inviando sul campo il delegato per lo scenario, una sorta di mediatore chiamato a guidare una trattativa che possa portare ad un cessate il fuoco che possa essere stabile. Lo stesso Biden, in una conversazione telefonica con Netanyahu, ha fatto sapere che “Israele ha il diritto di difendersi” ma lo scopo deve essere quello di riportare la situazione alla normalità in tempi brevi. Dall’Europa solo la Germania ha preso nettamente posizione schierandosi al fianco di Israele.

Il lancio di razzi è incessante e il bollettino delle vittime è in continuo aggiornamento. Dalla Striscia comunicano che i morti sono almeno 53, compresi donne, bambini e minori. In Israele si contano 7 vittime, compreso un bambino di sei anni.

11-12 Maggio – Razzi di Hamas su Tel Aviv

Gli scontri sono andati avanti anche per tutta la giornata dell’11 maggio e nella notte tra l’11 e il 12 maggio. Lo scontro si è allargato dal punto di vista geografico, con Hamas che ha lanciato razzi anche contro Tel Aviv. 130 per la precisione, con le autorità locali che sono state costrette a chiudere l’aeroporto internazionale.

Gli israeliani continuano con raid sulla Striscia e assicurano che la reazione non sarà tenera. La speranza è che lo scontro possa risolversi in tempi brevi, come già accaduto nel corso degli anni. Un clima crescente di tensione ma di breve durata, brevi ma intense fiammate.

Manifestazioni in diverse città

Al momento nessuna delle due parti sembra intenzionata a fare passi indietro. Anzi, le manifestazioni si sono diffuse a macchia d’olio. In piazza ci sono gli arabi israeliani e gli ebrei. Si contano i primi morti, feriti e atti violenti. I media locali parlano di sinagoghe date alle fiamme, così come diversi negozi.

Gerusalemme

La battaglia di Gerusalemme e l’offensiva di Hamas

A Gerusalemme la situazione è precipitata dopo un mese di nervosismo. La polizia infatti aveva deciso di blindare la piazza nei pressi della porta di Damasco temendo che potesse diventare un luogo delicato, dal quale sarebbero potute partire manifestazioni e proteste. In pochi giorni il clima di tensione è salito alle stelle. Il focolaio si è acceso alla Spianata delle Moschee. Dopo le iniziali proteste e gli arresti, Hamas aveva annunciato il proprio sostegno alle protesto e aveva chiesto che gli agenti fossero ritirata dalla Spianata delle Moschee. Non solo. Hamas aveva anche chiesto la liberazione delle persone arrestate. Fallite le trattative, a Gerusalemme sono tornate a suonare le sirene che per l’ultima vota avevano riempito l’aria nel 2014.

La tensione è salita alle stelle. Tra i palestinesi si contano già più di venti morti a causa dei raid su Gaza. A Gerusalemme si lavora per abbassare il clima di tensione. Il governo Netanyahu ha disposto la rimozione delle barriere che hanno fatto montare la protesta.

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