Silvio Berlusconi, a vent’anni dalla morte di Bettino Craxi, dedica una lettera alla figlia Stefania in cui ricorda e elogia il leader socialista.
ROMA – Vent’anni fa moriva a Hammamet, in Tunisia, Bettino Craxi. E Silvio Berlusconi, con una lettera inviata alla figlia Stefania, ha ricordato l’ex leader socialista.
Berlusconi: “Craxi statista”
“Bettino Craxi è stato uno dei pochissimi uomini politici della Prima Repubblica a meritare la definizione di statista. Oltre a lui, forse solo De Gasperi ne ha diritto. Il suo Paese con lui è stato ingrato. Mi auguro che questo ventennale sia finalmente l’occasione per restituirgli il posto che gli spetta nella memoria degli italiani“. Lo scrive Silvio Berlusconi nella lettera a Stefania Craxi.
“Pagato prezzo altissimo”
“Bettino Craxi ha pagato un caro prezzo per le sue idee, per aver voluto essere un uomo libero e coerente, per aver sfidato il sistema di potere politico, mediatico e giudiziario della sinistra. Come dice la bellissima frase che ha voluto incisa sulla sua tomba, per lui la libertà era la vita e infatti per la libertà non ha esitato a mettere in gioco e a sacrificare la sua vita“, ha aggiunto il numero uno di Forza Italia.
“Restituire posto nella memoria degli italiani”
“Mi auguro – ha scritto infine Berlusconi – che questo ventennale sia finalmente l’occasione per restituirgli il posto che gli spetta nella memoria condivisa degli italiani. Craxi aveva un sogno, che se si fosse realizzato avrebbe davvero cambiato il corso della storia italiana: cambiare la sinistra, sottraendola all’egemonia comunista e creare così le condizioni per sbloccare la democrazia italiana e realizzare una salutare alternanza in un contesto di sicurezza democratica. Fu il primo, anzi l’unico, a sfidare il duopolio fra Democrazia Cristiana e Partito Comunista, un duopolio spesso consociativo, sempre nemico del cambiamento e alla lunga fatale per la stessa democrazia. La crisi e il crollo della prima repubblica nacquero prima di tutto da questo problema che Craxi ebbe la lungimiranza di prevedere e denunciare“.