Berlusconi, spunta un ultimo mistero sull’eredità: ad Arcore qualcosa di “rubato”

Berlusconi, spunta un ultimo mistero sull’eredità: ad Arcore qualcosa di “rubato”

Ancora un mistero nell’eredità di Silvio Berlusconi. Ad Arcore ci sarebbe un prezioso oggetto che risulta rubato in Francia e che vale diversi milioni.

Interessante approfondimento de Il Fatto Quotidiano a proposito di un oggetto prezioso che si troverebbe nella casa di Arcore di Silvio Berlusconi e che risulterebbe essere stato rubato in Francia. Di cosa si tratta? Di un orologio Luigi XVI dall’importante valore economico e che, in realtà, il compianto Cavaliere avrebbe profumatamente pagato nel 1995.

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi e l’orologio rubato

Secondo quanto si apprende da Il Fatto Quotidiano che cita il media transalpino La Gazette Drouot, in Francia sarebbero tornati all’assalto del famoso orologio rubato che sarebbe in possesso della famiglia Berlusconi. Precisamente si tratta di un prezioso Luigi XVI che l’ex Premier avrebbe acquistato nel 1995 quando non era a conoscenza del fatto che fosse stato rubato.

Il media francese avrebbe fatto riferimento ad alcuni articoli della stampa italiana a proposito della ormai nota collezione di quadri del compianto Cavaliere ad Arcore ed in generale del suo lascito a tema culturale. Tra questi oggetti, oltre alle opere d’arte, ci sarebbe appunto questo famoso orologio astronomico, adornato con le immagini delle figure mitologiche delle tre Parche, realizzato da Robert Robin, l’orologiaio di Luigi XVI. Un oggetto, come anticipato, “rubato”…

Il furto dell’orologio

Nel dettaglio la storia dell’orologio è davvero particolare. La notte tra il 28 e il 29 maggio del 1991, dei ladri specializzati entrarono nel castello di Bouges, nei pressi di Châteauroux, e lo portarono via. Negli anni seguenti, il bottino fece il giro dell’Europa del Nord.

Diversi i passaggi dell’orologio che venne venduto ad un grossista olandese per 50 mila franchi e successivamente per oltre 200 mila ad un commerciante tedesco.

Da qui il suo valore raddoppiò sino ad arrivare ad un antiquario di Zurigo, proprietario della Galleria Ridding. La Ridding lo rivendette, nel 1995, a Silvio Berlusconi, per 700 mila franchi francesi.

Quando si scoprì che il bene era arrivato nelle mani del Cavaliere, Bernard Darties, cacciatore di opere rubate dell’Ocbc, la struttura della polizia francese che si occupa di beni culturali, aveva provato a chiederlo indietro.

Dal canto suo Silvio disse di no, salvo che non gli venisse restituita la cifra spesa per averlo.

Adesso ci sarebbe stato un nuovo appello, a Cavaliere deceduto, ai figli per riaverlo indietro. Come si risolverà il caso?