Tour anti-spaccio e blitz al citofono, famiglia di tunisini denuncia Matteo Salvini e la sessantunenne che ha accompagnato il leader della Lega.
Continua a far discutere il blitz al citofono di Matteo Salvini a Bologna. Il leader della Lega, raccogliendo la segnalazione – vaga – di una residente, ha citofonato a una famiglia di tunisini chiedendogli se in casa ci fossero degli spacciatori, come denunciato dalla signora che ha accompagnato il Capitano nella sua spedizione pubblica.
E l’iniziativa del leader leghista ha provocato un vero e proprio terremoto politico. Le forze di maggioranza del governo italiano attaccano, il Parlmaneto tunisino ha chiesto le scuse ufficiali di Salvini e il padre del ragazzo accusato ha fatto sapere di voler denunciare il numero uno del Carroccio.
Blitz di Salvini al citofono, la famiglia di tunisini denuncia il leader della Lega
Dopo l’iniziale silenzio delle prime ore, le persone che hanno ricevuto l’inaspettata visita di Salvini hanno fatto sapere di essere intenzionati a muoversi per vie legali.
“Non siamo spacciatori, con quella pagliacciata Salvini ci ha rovinato la vita e per questo lo denunceremo“, fanno sapere il 17enne accusato di gestire lo spaccio e suo padre. “Come si è permesso di fare una cosa simile, siamo brave persone. Io sono uno studente, gioco a calcio nell’Imolese, mio padre è un gran lavoratore. Tra qualche mese avrò anche io una bambina. Non capisco perché se la siano presa con noi”.
Dalla famiglia di tunisini partiranno due denunce, una indirizzata a Matteo Salvini e una alla sessantunenne che si trovava al fianco del leghista e che ha indicato il citofono al quale suonare.
La sessantunenne ‘scarica’ il leader della Lega: “Pensavo a una passeggiata senza il clamore dei giornalisti. Citofono? Chiedetelo a lui perché lo ha fatto”
Come se non bastasse Salvini è stato abbandonato anche dall’ormai famosa donna di sessantuno anni che lo ha accompagnato nel tour anti-spaccio.
“Mi hanno contattata dalla Lega, perché sono famosa in quartiere . Combatto lo spaccio da quando mio figlio si è suicidato con un’overdose. Io pensavo a una passeggiata insieme a Salvini senza il clamore dei giornalisti e delle forze dell’ordine. Non è andata così ma non sono arrabbiata con la Lega. Il citofono? Chiedetelo a lui perché lo ha fatto”.
Le ripercussioni dopo il tour anti-spaccio
Intanto la denuncia improvvisata a carico della famiglia ha avuto delle ripercussioni. Il marito della sessantunenne, il giorno dopo il blitz al citofono, si è ritrovato con la macchina distrutta, come denunciato anche sui profili social di Matteo Salvini e della Lega.