Blitz al citofono di Salvini, aperta un’indagine interna dell’Arma su un maresciallo. Avrebbe fatto da tramite tra la Lega e gli attivisti.
BOLOGNA – E’ stata aperta un’indagine interna su un maresciallo dei carabinieri per il blitz al citofono di Matteo Salvini. Il nome del militare, secondo quanto riportato da Repubblica, sarebbe stato fatto dalla stessa donna che nel video indicava al leader della Lega l’abitazione del ragazzo di origine marocchina.
La signora ha detto di essere stata messa in contatto con lo staff della Lega dal maresciallo che conosce da diverso tempo. Una vicenda che nasconde diversi punti oscuri con la Procura di Bologna che potrebbe presto aprire un fascicolo.
Salvini al citofono, carabiniere indagato
L’indagine interna dell’Arma ha come principale obiettivo quello di capire il ruolo del militare nella vicenda. In caso di un provvedimento disciplinare, il maresciallo potrebbe essere accusato di violazione dell’imparzialità visto che il carabiniere si è intromesso in un’attività con riflessi politici.
In attesa di maggiori accertamenti il Pd è pronto a chiedere un interrogazione parlamentare al ministro dell’Interno per avere maggiori spiegazioni sull’accaduto. Una vicenda che continua ad avere diversi punti oscuri e da chiarire nei prossimi giorni.
Il maresciallo è a rischio sospensione
Non sarebbe la prima volta che il maresciallo finisce sotto la luce dei riflettori, almeno in Emilia Romagna. In passato, stando a quanto riferito dalla stampa locale, il militare avrebbe avuto altri problemi disciplinari che gli erano costati la sospensione, provvedimento messo in stand-by in attesa dell’esito del ricorso.
Ora il militare è finito al centro della polemica per un presunto aiuto a Matteo Salvini nella vicenda del citofono. Sarebbe stato lui a mettere in contatti gli attivisti e lo staff del leader di via Bellerio. Una vicenda che nasconde molti particolari ancora da chiarire.