Il governatore dell’Emilia Romagna è favorito nella corsa alla segreteria del Pd ma c’è anche la vice.
Da un po’ di tempo c’è nell’aria una necessità di cambiamento all’interno del Nazareno. Ma i risultati delle elezioni hanno portato all’urgenza di una scossa del Pd. Il segretario Enrico Letta ha dichiarato che non si ricandiderà e lascia la guida del partito. A sostituirlo è già pronto il governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, stimato dai colleghi di partito e dalla sua regione. Bonaccini ha un progetto per riformare il Partito democratico incentrato sul territorio.
Sia Bonaccini che il sindaco di Bari e presidene dell’Anci Decaro sostengono che sia necessaria una rivoluzione interna al partito partendo dall’eliminazione delle correnti. “Va smantellato l’intero modello su cui il Pd si fonda. Basta con i capi corrente. Basta con l’autoconservazione come unico scopo della politica” ha detto Decaro. Il governatore emiliano aveva preannunciato questa sconfitta perché a parer suo è necessario “tornare a parlare alla gente”.
I capi corrente temono Bonaccini
Ma questo progetto non piace a tutti, soprattutto ai capi corrente appunto come Andrea Orlando e Nicola Zingaretti. Temono che questo possa smantellare gli equilibri interni del Pd che sopravvivono al cambio di segretario ma che sono il vero problema del partito democratico. Per scalzare la rivoluzione di Bonaccini, si sta facendo avanti il nome della vice del governatore Elly Schlein che ha tutti i requisiti per poter funzionare: è donna, ambientalista, femminista e ha anche buoni rapporti con il M5s che il Pd tenta di recuperare.
Una faida interna ai vertici della Regione Emilia-Romagna per chi assumerà il ruolo di segretario del Pd. Ma tra i nomi per contrastare Bonaccini ci sono anche quello del sindaco di Firenze Nardella e il sindaco di Pesaro Ricci. Il congresso si terrà tra febbraio e marzo anche se Letta lo vorrebbe prima verso gennaio. Nel frattempo si deciderà chi lo sostituirà e il futuro del Pd.