Bonus bollette per luce, gas e acqua: a chi spetta e come richiederlo nel 2025

Bonus bollette per luce, gas e acqua: a chi spetta e come richiederlo nel 2025

Bonus bollette 2025, rimborso diretto in busta paga per luce, gas e acqua. Ecco a chi spetta e come ottenerlo.

Per il 2025, il governo di Giorgia Meloni ha introdotto una misura significativa per aiutare i lavoratori: il cosiddetto bonus bollette.

Si tratta di un’iniziativa che consente ai datori di lavoro di rimborsare le spese per luce, gas e acqua direttamente in busta paga. Senza influire sul reddito imponibile del dipendente.

Questa agevolazione si inserisce nel contesto dei cosiddetti “fringe benefit“, ossia vantaggi economici concessi dalle aziende ai propri dipendenti.

Chi può beneficiare del bonus bollette 2025

Il bonus bollette, come riportato da Brocardi.it, è destinato a coprire le spese relative alle utenze domestiche di luce, gas e acqua della residenza principale del dipendente, o di familiari a carico.

Questo dettaglio lo rende una misura particolarmente flessibile, poiché le spese che verranno coperte dal rimborso non devono necessariamente gravare sul lavoratore stesso.

Possono includere, per esempio, le utenze intestate al coniuge o a un altro familiare che contribuisca a sostenere i costi dell’abitazione.

Esistono alcune situazioni particolari in cui il bonus si estende a condizioni specifiche. Ad esempio, in caso di utenze condominiali per riscaldamento o acqua, il datore di lavoro può rimborsare il dipendente per la sua quota di spesa anche se la bolletta è intestata al condominio.

Analogamente, in caso di contratto d’affitto con utenze intestate al proprietario dell’immobile, è possibile ottenere il rimborso purché il contratto chiarisca che il conduttore si fa carico delle spese per la casa.

Come richiedere l’agevolazione e i limiti

La possibilità di accedere al bonus bollette è discrezionale e dipende dalla disponibilità e volontà del datore di lavoro di offrire questo fringe benefit ai propri dipendenti.

Tuttavia, per ottenere il rimborso, il lavoratore deve presentare una documentazione che attesti l’effettiva spesa sostenuta.

Può trattarsi delle bollette pagate. Oppure di una dichiarazione sostitutiva che includa tutti i dettagli rilevanti: numero della fattura, intestatario, tipologia di utenza e importo versato.

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’eventuale presenza di più datori di lavoro. Per evitare che la stessa bolletta venga rimborsata più volte, è necessario fornire una seconda dichiarazione.

Ovvero un’autocertificazione di atto di notorietà, che attesti che la stessa bolletta non sia stata oggetto di rimborso presso altri datori di lavoro.

Il limite massimo annuale fissato dal governo per il bonus bollette è di 1.000 euro per i lavoratori senza figli a carico e di 2.000 euro per chi ha figli a carico.

Se si supera questo importo, l’intero rimborso – non solo la parte eccedente – verrà considerato reddito imponibile, perdendo quindi l’agevolazione fiscale prevista per i fringe benefit.