Bonus ristrutturazioni, addio al 50%: cosa cambia in Italia

Bonus ristrutturazioni, addio al 50%: cosa cambia in Italia

Le ultime modifiche al bonus ristrutturazioni e bonus mobili in Italia: le informazioni essenziali sulle riduzioni delle detrazioni dal 2025.

Il bonus ristrutturazioni, noto per offrire al momento una detrazione del 50% delle spese sostenute per ristrutturare immobili, subirà una significativa trasformazione nei prossimi anni.

Secondo il recente decreto approvato in Senato e attualmente sotto esame alla Camera, dal 2028 la percentuale di detrazione calerà drasticamente al 30% per la maggior parte dei lavori.

L’eccezione è rappresentata dagli interventi di sostituzione del gruppo elettrogeno di emergenza con generatori di ultima generazione, per i quali il sostegno rimarrà invariato.

Non cambia solo il bonus ristrutturazioni: novità anche per i mobili

In parallelo, come riportato da Today.it, si registra incertezza anche per il bonus mobili. Quest’ultimo, consente l’acquisto di arredi e grandi elettrodomestici con detrazioni.

Il limite di spesa per questa agevolazione è già diminuito quest’anno, passando da 8.000 a 5.000 euro. Le possibilità che tale bonus venga confermato nei prossimi anni sono incerte, considerando la necessità dello Stato di contenere le spese.

A complicare ulteriormente il quadro, c’è l’eventualità che ciò avvenga già dal gennaio 2025. Infatti, in assenza di nuove decisioni governative, il bonus ristrutturazione possa essere ridotto al 36%.

Ciò avverò su un massimale di circa 48.000 euro, come delineato da un decreto che risale al 1986.

Superbonus e nuove regole sul rimborso

Riguardo al superbonus, le modifiche non sono da meno. Il decreto stabilisce che da quest’anno le detrazioni devono essere distribuite su un periodo di 10 anni, anziché i 4 anni precedentemente previsti, un cambiamento che ha effetto retroattivo.

Questa estensione temporale potrebbe influenzare la pianificazione finanziaria di molti beneficiari. Dal 2025, inoltre, sarà vietato alle banche compensare i crediti edilizi con i contributi previdenziali.

Si tratta, sottolinea Today.it, di un’ulteriore stretta che mira a regolamentare più strettamente questo settore.