Borse 14 dicembre. Gli indici aprono la settimana in positivo. L’Istat lancia l’allarme: “A rischio chiusura 17mila imprese”.
ROMA – Le Borse di lunedì 14 dicembre chiudono in positivo, ma in Italia è allarme lavoro. Secondo l’ultimo report dell’Istat, sono 17mila le imprese che potrebbero non aprire più per la crisi innescata dall’emergenza coronavirus.
Numeri confermati anche dalle file registrate davanti alla mense. A Milano, come riportato dal Corriere della Sera, si sono registrate code nei pressi della Caritas con i religiosi che hanno parlato di una presenza maggiore di anziani e famiglie.
Borse 14 dicembre, Piazza Affari in positivo
Chiusura in positivo per Piazza Affari in questa prima giornata della settimana dei mercati. Milano ha guadagnato lo 0,27%, riducendo i guadagni sul finale di seduta. Peggio dell’indice italiano solo Londra (+0,24%). Crescita più forte di Parigi (+0,37%) e Francoforte (+0,87%).
Andamento contrastato nel Vecchio Continente. Il Dow Jones ha lasciato per strada lo 0,62%. Chiusura in positivo, invece, per il Nasdaq che ha guadagnato allo 0,50%. La giornata di mercati si era aperta con il rialzo di Tokyo (+0,3%) e Shanghai (+0,66%) e il rosso di Hong Kong (-0,27%) e Seul (-0,28%).
Spread stabile
Giornata stabile per lo spread. La chiusura è stata fatta in area 114 punti base, con il rendimento decennale allo 0,506%. L’euro è passato di mano a 1,2139 dollari, cifra più alta rispetto alla scorsa settimana.
Per quanto riguarda le materie prime, il petrolio ha chiuso in calo. Il contratto Wti, in scadenza a gennaio, ha visto un calo dello 0,86% a 46,17 dollari. In leggero ribasso anche il Brent, ritornato sotto quota 50 dollari al barile.
Draghi: “Urgente agire”
Una situazione economica molto grave che ha portato Mario Draghi, nel suo intervento al G30, a chiedere di agire perché “il problema è peggiore di quel che appare e le autorità devono agire urgentemente“. “Stiamo per entrare in una nuova era – ha detto l’ex presidente della Bce, riportato da Il Fatto Quotidiano – nelle quali saranno necessarie scelte che potrebbero cambiare profondamente le economie“.