Bruce Grobbelaar confessa: “Ho ucciso tante persone, non posso dire quante. Posso solo pentirmi di quello che ho fatto”.
Impossibile dimenticare le imprese di Bruce Grobbelaar tra i pali. L’ex portiere del Liverpool, eroe in una finale di Champions League che i tifosi della Roma ricordano sin troppo bene, è stato intervistato dal The Guardian. Ai microfoni del giornale l’ex calciatore si è lasciato andare ad alcune confessioni sconvolgenti.
Bruce Grobbelaar arruolato nell’esercito
Grobbelaar ha raccontato di essere stato arruolato tra le file dell’esercito dello Zimbawe, che all’epoca ancora non si chiamava in questo modo. Il suo paese lo aveva chiamato alle armi per combattere la guerra civile scoppiata in Rhodesia. Il futuro campione, appena diciottenne, fu costretto a uccidere tante persone nel corso del conflitto.
La confessione di Bruce Grobbelaar: “Ho ucciso tante persone”
“Era il crepuscolo e quando il sole inizia ad affossarsi vedi le ombre tra i cespugli. Non riesci a riconoscere granché finché non vedi il bianco degli occhi dei soldati – ha raccontato Grobbelaar ai microfoni del The Guardian. O vivi tu o loro. Spari, vai a terra e c’è uno scambio di proiettili. Poi senti delle voci che ti dicono ‘Caporale, mi hanno colpito!’ e fai per zittirle, altrimenti vieni ucciso tu e gli altri.
Quando cessa il fuoco vedi corpi a terra dappertutto. La prima volta tutto quello che hai nello stomaco ti risale fino alla bocca. Quanti ne ho uccisi? Non posso dirlo. Ho ucciso tante persone e per questo ho sempre vissuto la mia vita giorno per giorno. Posso solo pentirmi di quello che ho fatto, ma non posso cambiare il mio passato“.
Grobbelaar salvato dal calcio
Grobbelaar ha inoltre confessato di essere caduto in una profonda depressione al termine del conflitto. Molti dei suoi commilitoni, pentiti per quanto fatto o semplicemente provati dalla guerra, decisero di togliersi la vita. Lui no, lui sarebbe stato salvato dal calcio.
Di seguito un video con le migliori giocate di Bruce Grobbelaar:
