Brunetta dice no al salario minimo: "Deve corrispondere alla produttività"
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Direttore: Alessandro Plateroti

Brunetta dice no al salario minimo: “Deve corrispondere alla produttività”

Renato Brunetta

Il Ministro Brunetta si scaglia sul salario minimo: “Il salario minimo per legge non va bene, perché è contro la nostra storia culturale”.

Il Ministro della Pubblica Amministrazione, Brunetta, non ci sta e attacca il decreto legge che impone una paga minima, su base oraria.

Stando al pensiero del Ministro, che ha apportato il suo intervento in piazza, nell’ambito del Festival dell’Economia di Trento, la paga minima non potrebbe e non dovrebbe essere garantita, poichè asservirebbe un presupposto civico non sano. Secondo Brunetta, questa dovrebbe corrispondere esclusivamente alla produttività del singolo individuo. Inutile dirlo, la posizione di Brunetta in merito, ha trovato largo appoggio all’interno del partito rappresentato dal Ministro. Peraltro, tale posizione risulta perfettamente in linea, anche con quanto espresso poco tempo fa, dalla stessa Confindustria.

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Brunetta non si risparmia nemmeno in metafore ardite, al fine di eficacizzare il suo credo:”Non buttiamo il bambino con l’acqua sporca e valorizziamo le nostre relazioni industriali”. Ma, mentre la proposta di legge sulla garanzia del salario minimo boccheggia, in stallo al Parlamento, dall’Unione Europea potrebbero giungere importanti news in merito.

Il lavorio della Commissione Europea sul tema salari minimi

In ambito europeo, infatti, mancherebbe davvero poco alla materializzazione di un accordo politico definitivo, circa l’impostazione dei meccanismi per la regolamentazione dei pagamenti minimi orari. Il settaggio definitivo al riguardo, che avverrà a suon di negoziati tra le Istituzione Europee, è stato già fissato per la serata di lunedì 6 Giugno, a Strasburgo, in coda alla plenaria del Parlamento europeo.

Renato Brunetta
Renato Brunetta

Le possibilità di giungere ad un accordo definitivo, così come programmato per l’inizio della settimana prossima, sarebbero palesi e concrete. L’orientamento direttivo, avanzato dalla Commissione europea già nel 2020, insiste nello scandire un quadro per istituire pagamenti minimi equilibrati, nella piena considerazione delle diverse impostazioni interne, inerenti i 27 Stati membri. Uno degli obiettivi primari presi in esame, sarà anche quello di irrobustire la contrattazione collettiva.

La Ministra Messa, si è espressa in questi termini, al riguardo: “Col Pnrr, opportunità di fare ricerca e carriera nelle nostre università”.

Consistente e schietto, anche l’intervento di Nicolas Schmit, Commissario Ue al lavoro: “Sono il governo e le parti sociali in Italia, a dover decidere dell’importanza di introdurre un salario minimo, ma questo intervento non è negativo per la creazione dei posti di lavoro e per l’occupazione. Una paga oraria minima, non gioca a sfavore della creazione di posti di lavoro e dell’occupazione. Ad esempio in Germania, dopo l’ introduzione del salario minimo, l’occupazione è aumentata”.

Un voce europea quindi, che farebbe ben sperare, circa l’incitamento dell’approvazione del tanto agognato decreto legge italiano, sui minimi di pagamento.

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ultimo aggiornamento: 4 Giugno 2022 16:28

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