Televisione, politica e anche quella voce che ogni tanto ritorna a galla che lo vorrebbe figlio di Mussolini: Bruno Vespa si racconta a 360°.
In occasione dell’ormai prossimo 80esimo compleanno, Bruno Vespa ha rilasciato un’interessante intervista al Corriere della Sera. Diversi gli spunti relativi al giornalista, tra vita privata e professionale. Non mancano i passaggi sulla politica ma anche, va detto, relativamente a certi rumors che, ogni tanto, tornano a galla, come quello che lo vorrebbe figlio di Mussolini…
Bruno Vespa e le voci su Mussolini
Al netto dell’arrivo degli ottanta anni, Vespa, almeno in campo lavorativo non sembra intenzionato a cedere il passo: “Qualcuno si chiede quando mi ritiro? Il giornalismo si fa con la testa, che ancora funziona bene. Il ritiro lo deciderà il mio editore di riferimento: il Padreterno”, ha sottolineato il giornalista e conduttore di ‘Porta a Porta’.
Parlando, poi, della sua vita e anche di quella voce, spesso antipatica, che lo vorrebbe figlio di Mussolini, il conduttore del noto programma di Rai 1 ha detto: “La detenzione di Mussolini a Campo Imperatore alimenta ancora questa voce? Non tornano i conti. Mia madre andò a insegnare ad Assergi, ultimo paese prima della funivia per Campo Imperatore, dove avevano mandato Mussolini, solo nel 1949. Quando ‘papà’ (sorride, ndr) era già morto da qualche anno”.
Proprio sulla vicenda, Vespa ha poi aggiunto di non essere infastidito dalla diceria. Al contrario, questa cosa fa, invece, “imbestialire” suo fratello, Stefano. E su quella che sarebbe l’origine di tale rumor, il giornalista ha spiegato: “Dove non saprei. Come boh, forse perché somiglio un po’ a Mussolini”, le sue parole ancora su Mussolini.
Il commento su Giorgia Meloni
Nel corso dell’intervista non sono mancati passaggi anche a livello “politico”. A chi lo definisce “consulente occulto per la comunicazione” della Premier, Giorgia Meloni, Bruno Vespa ha voluto rispondere: “È ridicolo anche solo pensarlo. Nella Prima repubblica, al contrario di tantissimi altri colleghi, non ho mai partecipato a riunioni politiche e mai incontrato in privato un solo esponente politico. Tranne una volta, Giulio Andreotti. Volevano impormi al Tg1 la nomina di una caporedattrice di scarso valore dicendo che la voleva il presidente del Consiglio. Andai a Palazzo Chigi per chiedergli se era vero, Andreotti non ne sapeva nulla”.